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Innovation in Winter Sports
26 Febbraio 2019, Val di Fassa QC Terme Dolomiti Concluso il 26 febbraio scorso a Pozza di Fassa, presso QC Terme Dolomiti, l’esclusivo evento Sport Leaders Forum dedicato all’innovazione negli sport invernali in partnership con Trentino Sviluppo nella cornice della Val di Fassa, sede dei Mondiali Fis Junior di sci alpino, ha riunito e fatto dialogare le diverse componenti che interagiscono nel mercato degli sport sulla neve. Protagonisti i principali trend del settore e le molteplici opportunità di investimento, con oltre 120 presenze, operatori del mondo della produzione, degli impiantisti e del turismo al fianco ai manager dello sport, hanno partecipato al confronto che si è dipanato lungo il filo rosso dell'innovazione: dalla gestione del marketing per la valorizzazione delle diverse community sportive all'evoluzione dei media impegnati nella produzione dello spettacolo sportivo. Giunto alla undicesima edizione “Sport Leaders Forum” ha sperimentato la prima volta in una Winter Edition dedicata all’industry sulla neve. Coordinata dall’editore di Sport Leaders Mimmo Mazzella, con l’agenda della giornata ci si è chiesti come questo sistema dello sport industry possa performare meglio sia come capacità attrattiva dei rights holder e sia come capacità di dialogo tra le varie componenti ovvero sempre tra aziende e organizzazioni sportive: in particolare come attraverso l’innovazione, relativa ad alcuni fattori e segmenti strategici, sia possibile migliorare questo dialogo, questo far sistema. «Che l’Italia fosse un paese di sportivi è cosa nota, in particolare per quanto riguarda gli sport invernali - ha detto Giada Rampino, Business Development Manager di Nielsen Sport Italy – e le nostre ricerche dimostrano che gli appassionati sono ben 23 milioni. Tra le discipline più seguite il pattinaggio artistico e lo sci alpino, rappresentate rispettivamente da Karoline Kostner e Sofia Goggia. Campionesse nello sport a suon di titoli e medaglie, ma anche vere e proprie influencer marketing». Tematiche di marketing, sviluppo del territorio, branding e sponsorship - considerando l’evidente attrattività legata agli eventi sportivi e le sue ricadute sul territorio – sono state affrontate da dirigenti e manager di alcuni brand che hanno contribuito a far crescere la notorietà delle valli trentine, come Daniele Dezulian, Pres. Consorzio Impianti Val di Fassa e Carezza; Ernesto Rigoni, docente Ca’ Foscari e IULM ed Andy Varallo Vp. Dolomiti Superski e Presidente World Cup Alta Badia che sintetizza «Il contenuto tecnologico degli impianti a fune è fondamentale, anche in termini di sicurezza, affidabilità e comfort - conferma Inoltre, l’utente vuole vivere sempre più esperienze vere e renderle “social”, tramite l’uso di App e condividerle con tutta la sua rete. Il nostro è un lavoro di sistema con tutti i protagonisti e gli attori che vi partecipano. Ma abbiamo sempre la necessità dei campioni e dell’evento sportivo che trascina tutti». A proposito di sportivi, Stefano De Antoni, direttore Marketing Infront Italy, ha illustrato l’attività dei Rights Holder sportivi, tracciando il profilo delle attività e delle iniziative della FISI nell’ambito del marketing e dello sviluppo dell’attrattività verso gli sponsor del brand Italia sulle nevi: “In 4 anni, in 5 continenti ben 1.400 gare in cui gli atleti rappresentano l'Italia nel mondo”. Alternando vision dello sport a quella delle aziende si è indagato sulle opportunità della sponsorship scelte dai produttori di abbigliamento e delle attrezzature dal rapporto con la performance sportiva. Interessante è stato il confronto tra due aziende legate all’utilizzo dell’appeal degli sport outdoor per promuoversi sui mercati internazionali, con due manager Giuseppe Lira, brand manager Karpos (con brand dell’abbigliamento tecnico sportivo come Karpos, Sportful, Castelli), e Marco Pastore, Racing director Dainese, responsabili anche del rapporto di collaborazione degli atleti con i loro brand, hanno potuto per questo dare il loro contributo sulle motivazioni delle scelte aziendali e delle loro iniziative di attivazione. Nel percorso di analisi nell’individuare i driver dell’innovazione, centrale è osservare l’evoluzione nella materia del digitale, approfondita da parte di chi, nel mondo degli sport invernali, ne ha sviluppato soluzioni e applicazioni. In particolare Massimo Cortinovis, Ceo di Disko Digital, che ha effettuato un’ampi analisi sull’andamento dell’utilizzo dei vari social e device da parte della popolazione degli italiani e di come anche nello sport la tendenza sia a spostare l’attenzione sugli eventi sportivi in maniera coerente premiando, da parte delle nuove generazione, social e mobile. Al punto che la presenza degli stessi sportivi sui social, alla pari di tanti altri “influencer” sta sollecitando l’attenzione delle aziende sponsor, al punto da prospettare una tendenza di competitiva verso i brand dello sport, la cui identità digitale dovrà sempre più esser accurata. Ma come nel concreto utilizzare lo sport e gli eventi sportivi per “ingaggiare” gli sportivi e gli appassionati? Alcune possibili risposte dalle due presentazioni che supportano sport e aziende a seguire meglio gli appassionati e praticanti, in particolare la prima di Matteo Gelati, Ceo di Endu che ha illustrato la loro piattaforma sviluppata per i tanti sport outdoor in cui riescono, attraverso azioni sul campo e sul web, a monitorare in sicurezza i dati dei partecipanti coinvolti in un evento sportivo. Un’attività di profilazione ormai indispensabile per quanti, soprattutto investitori, sono interessati a questi target, come alle numerose community dello sport. Mentre Pasquale Scopelliti, AD della start up Snowit, ha portato l’esperienza che si sta maturando nella collaborazione con la Federazione Sport Invernali, FISI, con la gestione della FISI FAN CARD pensata per tutti i circa quattro milioni di appassionati. Attraverso la sottoscrizione della card, utile ai praticanti dei vari impianti sportivi sulla neve sia nell’acquisto degli ingressi e sia nella gestione di numerose opportunità, è pensata come uno strumento che consente alla Federazione di facilitare la crescita degli iscritti e soprasttutto acquisire una conoscenza del mondo appassionati più puntuale anche a vantaggio delle aziende partner e sponsor. Nello spazio dedicato alle aziende e a coloro che decidono di investire, così come di chi guida i processi aziendali nella ricerca tecnologica, c’è stato il contributo di alcuni brand leader nella produzione di attrezzi e materiali impiegati per le performance sportive e non solo, ne abbiamo parlato con uno dei maggiori produttori al mondo di macchine per l’efficienza della neve, ormai indispensabili per avere un impianto “appetibile”. I “cannoni sparaneve” sono ormai ai massimi livelli di innovazione tecnologica da garantire neve buona lungo tutta la stagione, da influenzare positivamente il sistema. “Programmazione, garanzia di durata e sostenibilità a 360 gradi, sono però i focus sui quali ci stiamo concentrando”, ha spiegato Juris Panzani Product Manager della TechnoAlpin. Ma l’innovazione è quindi anche rivolta all’utente finale, alle sue esigenze di performance e controllo dei propri dati, ecco la novità che viene dalla giovane Wearit, di cui Carlo Bianchi, Project Leader Upski di Wearit ci ha raccontato l’invenzione dell’applicazione per lo “scarpone da sci intelligente”, che permette di raccogliere i dati della sciata per poterli poi rivedere tramite un’app e valutare la performance con una chiave di lettura high-tech, utile sia allo sciatore turistico, ma anche a federazioni e sci club che possono monitorare gare ed allenamenti”. Wearit è una una start up incubata proprio presso gli spazi della Trentino Sviluppo, di cui Paolo Pretti ne è il Direttore Operativo: «Sport tecnologia e innovazione sono una vocazione innata per il nostro territorio a cominciare dalla conformazione geografica che ci permette di poter praticare quasi tutti gli sport. Dal canto nostro, recentemente abbiamo lanciato la seconda edizione di Spin Accelerator Italy, il percorso di accelerazione per startup tecnologiche nello sport, con l’obiettivo di creare Progetto Manifattura, l’incubatore tematico dedicato anche al green tech, alle energie rinnovabili ed alla casa intelligente”. Conclude il panel sull’innovazione Alessandro Bolis, il Responsabile Marketing del Credito Sportivo, l’unica banca pubblica e specializzata nello sport, con l’annuncio delle nuove misure dedicate al settore, particolarmente oggetto di novità dell’Istituto guidato da Andrea Abodi compresi gli stessi impianti di innevamento che, ha tenuto a sottolineare Bolis con la soddisfazione degli operatori presenti, costituisce merito creditizio per le richieste degli imprenditori. Se lo sport di vertice è il driver dello sviluppo dell’industry degli sport invernali, come sostenuto da vari interventi, il ruolo dei media ed in particolare della produzione delle immagini resta lo strumento di valorizzazione centrale del sistema. Ecco che diventa giusto chiedersi: quale sia lo scenario evolutivo, quali i nuovi rapporti di forza tra i vari player, anche alla luce delle varie piattaforme social come dei nuovi brand media. Condotti da Stefano Corona, Advisor Sport Marketing & Media, ad offrire la loro visione in tema di diritti televisivi e distribuzione delle immagini sono stati dei grandi specialisti come Richard Bunn, FIS TV Consultant, Roberto Nosotti, direttore Winter Sport Infront Italy e Matteo Pacor, Senior Exec. Producer Prog. Olimpici EuroSport Italia. Le conclusioni rimandano a chi aveva introdotto i lavori, la politica. Il sistema industriale degli Sport Invernali vive dell’integrazione importante con il settore turistico, in Trentino sono maestri nel gestire la passione delle numerose discipline dell’outdoor, lo hanno testimoniato gli interventi dell’Assessorato all’Artigianato, Commercio, Promozione, Sport e Turismo della Provincia Autonoma di Trento: “Questo di Pozza di Fassa - ha detto aprendo i lavori l’Assessore Roberto Failoni- è un evento davvero importante per tutti coloro che operano sul binomio “business e sport invernali”, una chiave di lettura che è poi anche la naturale rappresentazione del sistema Trentino ed una strada che il Trentino vuole percorrere anche per il tramite di Trentino Sviluppo sul fronte delle imprese” «Lo sport - ha aggiunto Sergio Bettotti, Responsabile del Dipartimento di riferimento per Sport e Turismo - deve oggi essere abbracciato nella sua totalità: da anni il Trentino sta investendo sullo sport, sia per gli effetti turistici di traino che lo sport genera e produce, sia per gli aspetti agonistici che per una serie di eventi che avvicinano la cittadinanza ».
A NEW ITALIAN MODEL
12 Luglio 2018, Milano GI Group A Milano, i Manager dello Sport Business italiano si incontrano per il IX SPORT LEADERS FORUM. “A new italian model” è il titolo della IX edizione dello Sport Leaders Forum organizzato dal SponsorNet, che indagherà su un tema di estrema attualità. “quali sono gli investimenti necessari per migliorare le condizioni produttive delle organizzazioni sportive italiane”, siano esse di calcio, di basket o di altri sport di squadra. Un atteso appuntamento di confronto e dibattito che sarà ospitato al Palazzo del lavoro di Piazza Quattro Novembre a Milano. Apertura agli addetti ai lavori a partire dalle ore 14. Di particolare interesse gli interventi di Andrea Abodi, presidente del Credito Sportivo e di Fabio Bandirali presidente della sezione Sport di AssoImmobiliare, che affronteranno un tema cruciale per lo sport italiano, quello dello sviluppo delle strutture sportive, degli stadi come dei palazzetti, delineando nuovi possibili scenari che finora hanno tardato ad affermarsi in Italia . Attuale e interessante anche l’intervento di Alessandro Araimo, Direttore generale di Discovery Italia che parlerà di evoluzione dei diritti TV e delle nuove possibili forme di revenue tra sport e broadcaster. A completare gli interventi e il parterre, alcuni tra i più affermati professionisti ai vertici di Società e Istituzioni sportive, aziende Sponsor, società di Consulenza e Servizi.
In the hands of fans!
6 Febbraio 2018, Milano Microsft House COMUNICATO STAMPA L’importanza dei tifosi nell’industria dello sport in collaborazione con Sponsornet.it #SLF2018 Milano 7/2/18 – Grande successo per l’8° SPORT LEADERS FORUM “Siamo nelle mani dei tifosi” è quello che pensano gli operatori dello Sport Bussiness riuniti ieri alla Microsoft House di Milano per l’8va edizione dello Sport Leaders Forum organizzato da Sponsornet. Il tema sul quale si sono confrontati Società e Istituzioni sportive, aziende Sponsor, Agenzie di Consulenza e operatori della Comunicazione è stato quello del “fan engagement”, il seguito e la partecipazione dei tifosi, elemento oggi centrale per l’industria dello Sport. La conclusione cui sono giunti i tanti manager che si sono alternati sul palco – tra gli altri Andrea Fabbricini della AS Roma, Luca Scafati di Eurolega Basket, Ivan Mazzoleni di Microsoft Italia, Silvia Diaconale di BNL, Elena Fumagalli di Citroen Italia – è che i fan sono l'asset centrale non solo delle organizzazioni sportive (club e federazioni) ma anche delle aziende sponsor e dei media. L'obiettivo comune sul quale si sono trovati d’accorto tutti gli operatori del settore è quello di allargare la fan base comunicando e interagendo con pubblici sempre più allargati, ben oltre il momento agonistico e i confini territoriali tradizionali. In questo i social e i new media hanno e ovviamente avranno un ruolo centrale. In chiusura di giornata la platea si è animata con Buena Vista Social Sport, un interessante talk sull’impatto dei new media nella Comunicazione sportiva, al quale hanno partecipato tra gli altri i giornalisti Massimo Callegari, Ivan Zazzaroni, Luca Corsolini insieme a specialisti del settore come Massimo Cortinovis di Stylum e Barbara Ricci di SportWide. Il presente comunicato e tutti i materiali (grafiche, foto, video) dell’evento sono disponibili per la stampa al seguente link: https://drive.google.com/open?id=1vDc4CeLCibHuKyUxLD2LdUTaNZhRRB-0 Il programma della giornata è consultabile e scaricabile al link: http://sportleaders.sponsornet.it/agenda Sito http://sportleaders.sponsornet.it REPORT Primo Tempo I DUE PUNTI DI VISTA: CHI OFFRE I DIRITTI E CHI LI COMPRA Sul tema strategico del FAN ENGAGEMENT, centrale per tutti i player della Sport Industry, ci siamo confrontati con alcuni differenti approcci e modelli operativi tra RIGHT HOLDER e BRAND, valutando poi alcune opportunità offerte dal mondo dei MEDIA e delle START UP. SCENARIO_ RIGHTS HOLDER | #ITSANEWGAME. HOW TO MANAGE THE EXPONENTIAL ERA Prima di ascoltare i CASE dei RIGHT HOLDER, ovvero di chi deve aumentare il valore del proprio asset principale legato alla passione per il brand sportivo, abbiamo seguito l’analisi di scenario di Stefano Corona, Sport & Entertainment Advisor. Corona ha introdotto questo primo scenario facendo un preciso focus su quale debba essere il ruolo del progresso tecnologico, definito “esponenziale”, nel mondo del business dello sport. In seguito a questa necessaria premessa, quindi ha illustrato alla platea la posizione dei RIGHT HOLDER, caratterizzati da due asset strategici fondamentali: le audience e le property. Questi due asset, calati nella “exponential era”, cioè quella che stiamo vivendo in questo momento, devono necessariamente diventare PEOPLE e PLATFORM e questo perché non può più parlarsi di audience in senso lato, ma di persone (intese come comunità a cui fare riferimento) e non può più parlarsi di property intese come stadio o squadra, ma di piattaforme attraverso le quali arrivare proprio a quel pubblico di riferimento. Le nuove sfide, dunque, per un right holder sono tante! La parola chiave è INNOVAZIONE e questo perché in futuro soltanto i brand sportivi, cioè i right holder, che saranno in grado di rafforzare il fan value sopravvivranno. Da dove iniziare? Innanzi tutto bisogna comprendere cosa vogliono i fan: le persone sono centrali e quindi è di fondamentale importanza dare loro servizi personalizzati, accessibilità, autenticità, reciprocità per renderli parte attiva dell’esperienza. Come si può gestire l’era esponenziale e le nuove sfide? Tre i punti fondamentali: Catturare l’immaginazione del nostro fan incoraggiandolo ad andare oltre il team/game/show, in modo da immergersi in nuove “virtual reality experience”; Avere una strategia fan-centric: i right holder, insieme al brand, devono creare contenuti che il fan voglia condividere; Diventare globali: i mercati emergenti stanno diventando sempre più strategici, così i right holder vogliono lavorare con partner che permettano di raggiungere una diffusione globale (global reach). L’ultimo spunto di Stefano Corona ha riguardato come un contenuto multimediale creato da un right holder possa assumere qualità. In particolare, un buon contenuto deve essere di alta qualità, personalizzato, interattivo; importantissimo, però diventa il modo di distribuzione del contenuto stesso, che permette al right holder di monetizzare sullo stesso. La distribuzione deve essere globale, soprattutto grazie alle piattaforme social, le quali ci permettono di raggiungere “millions”: in questo modo la sport culture diventa grande come non mai e più accessibile a tutti. Il messaggio di chiusura dell’intervento di Stefano Corona ha riguardato quella che lui stesso ha definito una “social change”: nella nostra iperconnessa “consumer culture”, le persone si aspettano che un right holder agisca come un brand, emerga, abbia una voce, operi come un creator, come owner; i right holder devono sperimentare con la cultura, promuovere e sostenere la social change, con la speranza di un engagement più forte e profondo con i fan, e tutti i molteplici consumatori/clienti. Dal lato dei Rights Holder abbiamo seguito due CASE HISTORY, molto rilevanti e di forte impatto: sono intervenuti Andrea Fabbricini, Fan & Stadium Activation Manager AS ROMA e Luca Scafati, Director of Business Operations, EUROLEGA BASKET. I Case / AS ROMA FAN CENTRIC STRATEGY Andrea FABBRICINI, Fan & Stadium Activation Manager AS ROMA L’intervento di Andrea Fabbricini è stato incentrato su quella che è la strategia della società AS ROMA con riguardo al fan engagement. La premessa necessaria fatta da Andrea Fabbricini è consistita in un excursus su come la Società AS ROMA abbia deciso, soprattutto negli ultimi anni di trasformarsi in una vera e propria MEDIA COMPANY. Da circa tre anni, infatti, è stato costituito a Trigoria un Media Center capace di lavorare su tutte le piattaforme (TV, contenuti on demand e radio) e che, trovandosi così vicino alla squadra, è in grado di sviluppare contenuti originali h 24. Grazie a queste novità, il fan engagement della AS ROMA, è diretto non solo dal tifoso giallorosso, ma anche da un pubblico che è semplicemente appassionato di sport. Sono stati poi portati all’attenzione della platea due esempi della strategia di fan engagement della AS ROMA: Video di presentazione di Patrik Schick e di Aleksandar Kolarov durante il mercato estivo. Questa è stata un’assoluta novità e ha portato appassionati di calcio, anche stranieri, a dichiarare la propria simpatia per la squadra. Contest natalizio per “spingere” la catena retail della società. Approfittando del turno di campionato durante le festività natalizie, la Società ha creato un’operazione che fosse cross tra ticketing e retail, invitando i tifosi ad acquistare merchandising e/o biglietteria per partecipare al contest, in base all’importo di spesa. I risultati sono stati molto positivi, soprattutto perché i premi godevano di unicità dovuta all’esperienza unica che i vincitori hanno potuto vivere: andare in trasferta con la squadra, partecipare a una partita casalinga in area vip e ingresso a Trigoria in zone dove solitamente i tifosi non sono ammessi.Al termine di questa breve introduzione, Andrea Fabbricini ha descritto alla platea quale sia l’attività dedicata al fan engagement nel match day. Il primo punto ha riguardato la risoluzione del problema dell’accessibilità allo Stadio Olimpico il giorno di una partita casalinga: si sta cercando, infatti, di impostare una strategia sulla mobilità che ha portato ad una partnership nel mese di Novembre con UBER. Questa partnership, in termini di comunicazione, permette al club di far capire al proprio pubblico che si sta cercando di risolvere uno dei problemi più evidenti nel match day; in termini pratici, invece, si risolve in due aspetti: un codice promozionale che, una volta inserito all’interno dell’app, permette al tifoso di avere uno sconto sul tragitto che porta allo stadio, e dei pop-up grafici che sponsorizzano l’evento e che si aprono automaticamente qualora un utente straniero effettui il login a Roma il giorno della partita (c’è un link diretto per l’acquisto del biglietto).Una seconda partnership, sempre in tema mobilty, è stata fatta con MOOVIT, app sul trasporto pubblico, che “segue” l’AS ROMA sia durante il match day casalingo, ma soprattutto in trasferta nelle città mappate dall’app stessa. Anche in questo caso, all’interno dell’accordo è presente una strategia di marketing: nella mappatura, infatti, sono evidenziati tutti i punti di interesse della società, come ad esempio di store ufficiali nella città di Roma.Altra esigenza preminente durante il match day è sicuramente quella dell’intrattenimento vero e proprio: è stato sviluppato un nuovo concept di fan village, con lo scopo non solo di dare visibilità agli sponsor della società, ma anche di comunicare quella che è l’impostazione del brand, senza però perdere di vista la storia del club. Il villaggio si trova all’esterno dello Stadio Olimpico e nello stesso sono stati sviluppati due diversi tipi di contenuti tecnologici, attraverso i VISORI VR: il primo contenuto è “passivo” e permette ai tifosi di vivere un’immersione negli spazi di Trigoria, guidati da Daniele De Rossi e interagendo con gli altri calciatori; il secondo contenuto è, invece, interattivo e permette all’utente di impersonificare il ruolo del portiere. Questo tipo di attività per l’AS ROMA sono diventate molto importanti anche a livello di CRM, poiché l’accesso alle stesse è condizionato da una fase di registrazione, grazie alla quale, oltre a ricevere i dati dei tifosi, si può monitorarne il comportamento con riferimento al club e si può interagire con i tifosi stessi.La società, tuttavia, non ha voluto perdere il lato, cosiddetto, analogico dell’intrattenimento: sono stati realizzati dei format televisivi per Roma Channel, che vengono riprodotti sul palco del villaggio, coinvolgendo i tifosi più piccini – “siamo la Roma junior”- e gli adulti – “slide show”.– I Case 2 / BE PART OF OUR JOURNEYLuca SCAFATI, Director of Business Operations, EUROLEGA BASKETIl secondo intervento lato right holder è stato fatto da Luca Scafati, che ha illustrato alla platea la strategia di fan engagement dell’ EUROLEGA BASKETBALL.L’Eurolega è un’ organizzazione privata che si occupa di organizzare il massimo campionato europeo per basketball clubs: ad oggi ci sono 16 club europei che competono da ottobre a maggio. I Club sono i proprietari della Lega, possedendone alcune quote. Luca Scafati ha esposto alla platea il netto cambiamento delle strategie di fan engagement dell’EUROLEGA, dovuto specialmente alla joint venture fatta con IMG. Innanzi tutto i contenuti multimediali vengono sviluppati in un centro di produzione proprio che ha permesso di osservare una costante crescita dell’audience che però non può bastare. E’ stato giustamente osservato dal relatore che l’EUROLEGA ad oggi non è in competizione con il calcio o con altri sport in generale, ma con lo stare a casa a guardare la TV, oppure con l’andare in un centro commerciale o in un ristorante, eccetera. Questo è il motivo per il quale Luca Scafati durante il suo intervento non ha posto l’attenzione sul FAN Engagement in senso stretto: la parola “FAN”, a suo parere, non si addice all’EUROLEGA proprio perché non ne hanno a sufficienza per poter parlare di engagement degli stessi, tanto da creare profitto per i vari club. L’Obiettivo, dunque è proprio quello di arrivare all’ utopia di avere abbastanza supporters da ricavarne profitto. Come? Innanzi tutto ci deve essere un cambiamento radicale di mentalità di comunicazione: bisogna iniziare a parlare a diversi segmenti di pubblico e cioè alle generazioni y e z, alle famiglie, ai gruppi sociali, alle aziende, alle donne e ai tifosi marginali. E’ necessario capire cosa piace a questi segmenti, come passano il loro tempo, come spendono il loro denaro, e solo capendo questo e adattando il prodotto che si vuole vendere, sarà possibile raggiungerli e ingaggiarli a tal punto da aumentare il fatturato dei club. Un esempio portato all’attenzione della platea da Luca Scafati è stato quello del contenuto esclusivo creato l’anno scorso per la FINAL FOUR: in collaborazione con ADIDAS, l’Eurolega ha ospitato un influencer americano durante le partite della final four. Questo ragazzo, attraverso la sua telecamera ha creato un documentario grazie al quale ha mostrato la sua esperienza di partecipazione a un evento completamente diverso rispetto a quelli americani. Così facendo, si è sicuramente arrivati a un segmento di popolazione quasi estraneo al mondo della pallacanestro europea. Altro esperimento è stato fatto in collaborazione con TURKISH AIRLINES, che ha prodotto il video di tre ragazzi invitati alla final four: il loro video, che racconta sempre della loro esperienza unica, ha ottenuto su youtube visualizzazioni dieci volte superiori a quelle ottenute dal video degli highlights della finale. I BRAND Dopo l’approccio dei RIGHTS HOLDER, siamo passati all’ascolto del punto di vista dei BRAND. Lo Scenario / IL RUOLO DEGLI STAKEHOLDER NELLA PLATFORM ECONOMY Ivan MAZZOLENI, Business Digital Trasformation Lead MICROSOFT ITALIA Mazzoleni, innanzi tutto, ha parlato di quanto diventa rilevante per il mondo del business capire la distinzione tra le aziende del mondo attuale e le aziende di piattaforma, non dal punto di vista tecnologico ma essenzialmente di mindset. Il management attuale ha radici nel campo militare, ed opera secondo una logica di comando e controllo rispecchiando un modello piramidale. All’interno dell’ economia di piattaforma si prende un’altra direzione, non si è alla ricerca di manager ma di leader, non esistono organigrammi ma team interdisciplinari; per questa stessa ragione Microsoft affianca agli ingegneri laureati/e in materie umanistiche. In un contest di platform economy si ha più connessione, si parla di ecosistema, cocreazione e di personas, nell’ottica di fare business e marketing considerando nel profondo tutti gli stakeholders. Le cinque keywords sono: PIATTAFORMA, NETWORK, ECOSISTEMA, CO-CREAZIONE e LIVELLO DI APERTURA. Ivan Mazzoleni ha successivamente raccontato alla platea il caso top, ovvero cosa Microsoft stia facendo per trasformare completamente il livello di business del REAL MADRID, che già tre anni fa ha iniziato questo processo di trasformazione. Ivan Mazzoleni ha mostrato al pubblico in sala come il marketing del Real Madrid contenga in un’unica dashboard tutti i dati, con l’obbiettivo di digitalizzare e mappare 450 milioni di fan nel mondo. Ci sono 72 parametri di clusterizzazione dell’audience: ci sono 5 grandi CLUSTER (blonze, silver, gold, platinium e diamond) che in automatico vengono individuati e, in un certo senso, skillati. Per fare un esempio che renda tutto più chiaro, Ivan Mazzoleni ha sintetizzato in questa maniera “l’aspetto della artificial intelligence risiede nel fatto che al marketing del Real Madrid viene anticipato che la persona che oggi è di tipologia silver, sta manifestando una serie di comportamenti che probabilmente lo porteranno in un arco temporale ristretto a diventare di tipologia gold”. Questo è ciò che Microsoft ha già realizzato per il Real Madrid; ma non è tutto! Al momento Microsoft lavora sulla “suggestion”: qual è probabilisticamente l’offering che si dovrà fare affinchè si possano massimizzare realisticamente le probabilità che un fan passi, per esempio, da silver a gold? Sempre in relazione al rapporto con il Real Madrid, Ivan Mazzoleni ha raccontato di come ADIDAS, Sponsor del Real Madrid, avesse una chiara volontà di non essere più considerato come tale, ma di diventarne PARTNER. Infatti, tra Real Madrid e Adidas è stato firmato il contratto di sponsorizzazione più costoso di sempre (140 milioni di euro a stagione, per 8 anni), sia per il grande potere di contrattazione del Real Madrid, sia perché si è potuto offrire ad Adidas una marketing platform unica nel suo genere: Adidas, ad oggi, entra nella piattaforma del Real Madrid ed è in grado di fare un’attivazione di marketing su qualsiasi fan del Real Madrid nel mondo. Recentemente Microsoft ha siglato un accordo con la FEDERAZIONE INTERNAZIONALE PALLAVOLO che partiva da delle basi straordinarie: la pallavolo è lo sport olimpico più seguito, è il quinto sport più seguito a livello globale e ha 900 milioni di fan. Tuttavia, ci sono una serie di criticità meritevoli di attenzione: i ricavi delle pubblicità su internet hanno superato quelli della TV; i millenials hanno abbassato del 48% il viewership nei passati 5 anni; la FIVB non ha una strategia per essere presente nel mercato delle nuove generazioni; le property investono dove c’è un’entità che è in grado di dialogare con empatia con una persona; gli sponsor ricercano KPI non di visibilità e notorietà, bensì di costruzione di relazione con una persona; il “non far niente” avrebbe portato, nei prossimi 50 anni, a un livello di estinzione di attenzione e di notorietà della pallavolo sulla prossima generazione. Questo ultimo aspetto ha fatto scattare la necessità di fare qualcosa di significativo. Microsoft ha, dunque, siglato con la FIVB lo stesso tipo di approccio avuto con il Real Madrid, grazie al quale si sta trasformando l’organizzazione in un global entertainment brand. L’approccio che Microsoft segue per fare questo tipo di trasformazioni è costituito da tre livelli definiti delle 3 D: DREAM, DESIGN, DELIVER. DREAM: inizialmente occorre capire quali siano i business challenge attuali ed inoltre prendere consapevolezza delle traiettorie tecnologie future. Combinando insieme questi due aspetti si disegna il sogno, il “ place to be”, che vogliamo raggiungere. DESIGN: dopo di che, al fine di far diventare il nostro sogno realtà, è necessario definire una road map da inseguire, fattibile e possibilmente corta temporalmente. DELIVER: comprendere gli impatti che avranno i miei movimenti non sono sui clienti finali ma anche sul mio assetto organizzativo I Case dei BRAND / BNL + CITROEN WE ARE TENNIS Silvia DIACONALE, Resp. Comunic. Corporate, Private e Sponsorship BNL Gruppo BNP Paribas e Fabio LALLI, CEO IQUII Ci siamo confrontati con i CASE dei BRAND, ovvero delle aziende che investono nel fan, valutando la scelta della Piattaforma, della creazione dei Contenuti e delle Attivazioni per massimizzare la Fan Engagement. Primo Brand a esporre la propria case history, è stato BNL con Silvia DIACONALE, Resp. Comunic. Corporate, Private e Sponsorship BNL Gruppo BNP Paribas, accompagnata da Fabio LALLI, IQUII: Case History portata all’attenzione della platea è stata la creazione della piattaforma WE ARE TENNIS. Silvia Diaconale ha posto da subito l’attenzione su come tutto ciò che BNL fa, ha come obiettivo principale quello di aumentare la fiducia e il livello reputazionale che le persone hanno nella Banca come istituzione; inoltre, proprio perché si parla di una banca e non di un’azienda di intrattenimento, hanno come obiettivo il business. Per quanto riguarda l’aspetto dell’engagement che si trasforma in business, uno dei canali digital più importanti per BNL è sicuramente lo sport, in particolare il Tennis. Come premessa, Silvia Diaconale ha mostrato come nella share of voice dello sport in Italia in ambito digitale, il tennis sia al settimo posto con il 4%; ha fornito poi dei dati importanti al fine di comprendere la strategia di BNL: in Italia nel 2017 sono stati postati più di 413mila contenuti riferiti al tennis, con picchi nei mesi di Maggio e Luglio; Twitter è la piattaforma che ha generato il maggior numero di discussioni; in Italia, chi parla del tennis attraverso una piattaforma web è generalmente un uomo di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Con quale obbiettivo è nata, dunque, la piattaforma WE ARE TENNIS? Innanzi tutto con un obbiettivo di awareness: far associare BNL con BNP PARIBAS; Creare un’affinity con il brand; Contribuire alla reputation. La strategia, dal punto di vista del posizionamento, invece, è partita proprio dall’analisi delle discussioni sul web che avevano come tema il tennis. Da questa analisi è emerso che ci sono due diverse web e social communities: Il primo gruppo di utenti si può considerare un vero e proprio appassionato di tennis, infatti partecipa attivamente a forum di discussioni di carattere prettamente tennistico; Il secondo gruppo di utenti si dimostra, invece, appassionato anche ad altri sport e infatti consulta siti mainstream a carattere sportivo. Grazie a questa analisi, WE ARE TENNIS, si è andata a posizionare cross communities, sia parlando di tennis, ma soprattutto attraverso un piano editoriale di news, approfondimenti e blog. Questo ha portato a ottenere dati davvero significativi: 340.000 mi piace su Facebook, 54.500 followers su twitter, 5.300 followers su instagram e 42.000 download dell’app (dati riferiti alla sola pagina italiana). Avendo raggiunto questo livello di engagement, l’obbiettivo nitido di BNL ora, è diventato quello di portare il traffico sui canali proprietari e trasformare l’engagement in lead. A questo punto è intervenuto Fabio Lalli che ha esposto alla platea come questo obbiettivo sia stato raggiunto: cioè come le persone che interagiscono con la piattaforma WE ARE TENNIS, possono essere profilate e possono creare una “relazione” con BNL. IQUII ha introdotto in questo progetto un metodo che andasse a profilare gli utenti in modo da poter creare un lead con gli stessi: sono state ideate una serie di iniziative (non solo in prossimità dell’evento o della partita, ma ad esempio prima e dopo la partita, quando l’attenzione dell’utente non è rivolta al 100% alla partita stessa) che sono state “catapultate” nella piattaforma web e mobile. In particolare, nell’applicazione sono stati introdotti tre tipologie di contenuti rivolti a tre tipi di utenti differenti: LEARN, contenuti per chi si affaccia da principiante al mondo del tennis e ha bisogno di consigli su come allenarsi, ad esempio; FAN, una sezione al servizio degli utenti che, grazie a un sistema di notifiche push, li tiene coinvolti attraverso instant quiz, instant win; PLAY, una sezione dedicata al tennista praticante che si occupa di aiutarlo a trovare dove e con chi giocare. Grazie a questi contenuti è stato possibile per BNL profilare i propri utenti: innanzi tutto, per quanto riguarda il mobile, c’è uno sbarramento all’ingresso dell’applicazione che consta nella classica registrazione attraverso l’inserimento del proprio indirizzo e-mail; successivamente, si è dovuto decidere come e quando somministrare altre richieste agli utenti. Con un sistema a “circolo” i dati presi in un determinato momento, ad esempio con la profilazione all’ingresso dell’app, vengono riutilizzati per ingaggiare l’utente anche mentre è sui social, in modo da tentare di tenerlo sempre vicino alla piattaforma. CUT- UNCONVENTIONAL TEAM Elena FUMAGALLI, Resp. PR CITROEN ITALIA Secondo caso dal lato BRAND, è stato l’UNCONVENTIONAL TEAM creato da CITROEN ITALIA. Come premessa Elena Fumagalli ha ritenuto indispensabile introdurre il marchio CITROEN: è un marchio automobilistico internazionale al centro dell’offerta generalista; coltiva audacia, creatività e innovazione dal 1919, ha modelli unici per design, benessere a bordo, comfort e tecnologie; esprime freschezza, originalità e ottimismo; ha 10.000 punti vendita in 80 Paesi; ha venduto oltre 1 milione di veicoli nel 2016; detiene 8 titoli di Campioni del Mondo Costruttori WRC e 3 titoli di Campioni del Mondo Costruttori WTCC. Il mood ricorrente di CITROEN è quello di essere “speciali, non convenzionali” e da qui è nato il progetto che Elena Fumagalli ci ha presentato: CITROEN UNCONVENTIONAL TEAM è un gruppo di atleti che per stile di vita e per passione, hanno primeggiato nei loro sport condividendo la filosofia di Citroen e cioè “be different and feel good”. Gli sport scelti da Citroen per creare questo progetto sono: sport di scivolamento; sport adrenalinici “unconventional e alternativi” sport che esprimono libertà e voglia di sperimentare; sport che aggregano e coinvolgono migliaia di appassionati; sport che rispettano l’ambiente; sport praticati su acqua (windsurf, surf, kitesurf) e su neve (snowboard). E’ stato creato un logo ben preciso coerente con i valori che Citroen vuole trasmettere con questo progetto. La squadra del 2018 è composta da giovani atleti: Arianna Cau (campionessa di snowboard), Vlad Khadarin (campione di snowboard), Matteo Iachino (campione italiano di windsurf), Toni Cili (campione italiano di kytesurf), Angelo Bonomelli (campione di surf). La vettura che accompagna il team nei loro viaggi è la CITROEN C3 AIRCROSS. Il progetto, nato solo di recente per cui non è possibile parlare dei risultati ottenuti, ha generato molti contenuti per la comunicazione multimediale, con condivisioni sui social media sia originali di Citroen che degli atleti. L’Analisi dei Case: confronto con Michele CICCARESE, Head of GROUPM ESP (Entert. & Sports Partnership); Stefano CORONA, Sport & Entert. Advisor; Massimo CORTINOVIS, CEO STYLUM; Gianluca MAZZARDI, Commercial Director NIELSEN SPORT. Nell’ultima fase di questa prima parte del forum abbiamo assistito al confronto con Michele CICCARESE, Head of GROUPM ESP (Entert. & Sports Partnership); Stefano CORONA, Sport & Entert. Advisor; Massimo CORTINOVIS, CEO STYLUM; Gianluca MAZZARDI, Commercial Director NIELSEN SPORT. Il primo giro di analisi ha riguardato i quattro ambiti di competenza di ognuno dei relatori riguardo alle Case History analizzate. Il primo a prendere la parola è stato Massimo CORTINOVIS, CEO dell’agenzia digital STYLUM, che ha esordito con l’affermazione “tutti hanno un approccio digital!”. Le differenze tuttavia sono lampanti: pensiamo alle case history di BNL e Citroen. BNL si serve dello sport per creare lead con i propri utenti; Citroen attraverso lo sport punta alla comunicazione, a trasmettere i propri lavori. Quello che ci si aspetta sempre di più dalle aziende è il modus operandi descritto da BNL: l’investimento fatto nello sport avrà come obiettivo quello di creare sì visibilità, ma anche contatti, relazioni e quindi business. Il trend è quello di capire come lo sport può diventare un veicolo per il brand, non solo dei valori e dei messaggi che il brand stesso vuole far passare, ma anche e soprattutto di trasformazione della relazione in business. Il secondo a esporre alla platea alcune riflessioni è stato Gianluca MAZZARDI, Commercial Director NIELSEN SPORT, che ha ritenuto indispensabile fare riferimento ai casi dei Right Holder e quindi EuroLega e AS ROMA. E’ stato osservato come la tecnologia abbia permesso all’AS ROMA di sviluppare due nuove partnership (Uber e Moovit) che hanno creato sia revenues che engagement: è un ottimo esempio di come la tecnologia possa essere al servizio, ma soprattutto utile per i Right Holder. Per quanto riguarda, invece, il caso dell’EuroLega, Gianluca Mazzardi ha raccontato di essere rimasto colpito dalle idee avute per ingaggiare i non appassionati di un determinato sport (in questo caso il basket), sottolineando infine la necessità di investimenti che portino miglioramenti, anche tecnologici, negli stadi e negli impianti sportivi in generale. E’ stato poi il turno di Michele CICCARESE Head of GROUPM ESP (Entert. & Sports Partnership) che ha sottolineato quanto tutto ciò che è stato raccontato fino a questo momento, dimostri che si sta andando nella giusta direzione. Michele Ciccarese ha, poi, fornito dati molto interessanti: in Italia vengono spesi circa 7,6 miliardi di euro in pubblicità e, di questi il 50% viene investito nella televisione, ma il dato in crescita è sicuramente quello del digital, che a oggi ricopre il 29% degli investimenti. Ultimo a intervenire, in questa prima tornata, è stato Stefano Corona, Sport & Entert. Advisor, il quale si è mostrato in linea con tutto quello che hanno affermato i tre ospiti precedenti e ha sottolineato quanto sia necessario “vendere” sempre meno prodotti e sempre più progetti. Per la seconda tornata di opinioni, ai quattro è stata posta la seguente domanda: “sempre ai fini dell’engagement, quanto è diventato importante il mondo digital? Ha ancora senso affidarsi ad attivazioni on site oppure ormai la strada del digital è l’unica che abbia utilità?” Massimo Cortinovis – La distinzione tra digitale e non digitale è stata ormai abbandonata: il consumatore decide di acquistare un determinato prodotto attraverso un percorso di scelte, che vengono influenzate sia dal mondo digitale che da quello fisico e che, quindi, non è facile standardizzare. Prendendo come esempio il retail: il 90% delle vendite retail vengono fatte nei negozi fisici, ma il 60% delle decisioni di acquisto viene definita online (il consumatore medio compra in negozio, ma decide cosa e quando acquistare un determinato prodotto stando online); è, quindi, difficile separare i due aspetti e la logica, dunque è quella di unirli e di lavorare su entrambi. Gianluca Mazzardi – Per quanto riguarda NIELSEN, la parte digital è sicuramente quella che è cresciuta in maniera esponenziale, però la visione corretta sarebbe quella di vedere il right holder come una piattaforma media integrata: diversi canali di comunicazione, diversi touch point, dove la parte del digital sicuramente deve ricoprire un ruolo importante. Tuttavia, non è ancora il momento di abbandonare i canali tradizionali perché c’è il target fatto da persone che guarda la TV, legge i giornali, eccetera. Michele Ciccarese – Non esistono più strategie che non prevedano la parte del digitale. Tuttavia, il punto cruciale è quello di trovare un modo efficace e strategico per cogliere l’attenzione del fan e ingaggiarlo, sia con mezzi digitali, che con mezzi tradizionali. Secondo Tempo Il NUOVO EVENTO DELLA SPORT INDUSTRY: JUMP 2019, L’EXPO DELL’INNOVAZIONE Nasce il primo EVENTO ESPOSITIVO dell’INNOVAZIONE nell’ambito delle industrie applicabili al settore sportivo internazionale; presentato da Marco BORRONI, Division Group Brand Manager IEG- INTERNAT. EXIBITHION GROUP; Fabio CASU Managing Partner ABK – Abroad Knowledge; Nicola TOLOMEI, CEO & Co-Founder SPORT&IDEAS. A introdurre questo nuovissimo progetto, Fabio CASU, Managing Partner ABK – Abroad Knowledge, il quale ha esposto alla platea l’analisi di mercato economico-commerciale, fatta per arrivare a ideare la prima fiera in Italia interamente dedicata all’innovazione nel mondo sportivo. E’ innanzi tutto essenziale definire i perimetri di azione di JUMP: sarà la prima fiera internazionale di innovazione nello sport business. Ma cos’è l’innovazione? L’innovazione è ciò che otteniamo quando vogliamo superare i nostri limiti, ma la capacità di ottenere risultati concreti dall’innovazione significa avere un prodotto che è spendibile sul mercato; il concetto di base sta proprio nel fatto che lo sport per definizione è “andare oltre i confini”, migliorarsi sempre. Dobbiamo, però, pensare al mondo dello sport business con tutti i suoi perimetri e le sue possibili applicazioni: ITC, entertainment, Pharma, AeroSpace, eccetera. Così facendo ci troveremo difronte a settori che, applicati al mondo sportivo, portano innovazione e investimenti. Esistono, infatti già altri modelli fieristici all’estero che, tuttavia, affrontano il tema dell’innovazione sportiva o in modo più verticale rispetto a quanto vorrebbe fare JUMP, oppure con un format diverso, cioè quello della convention, senza crearci sopra business. A questo punto, Fabio Casu ha ritenuto indispensabile illustrare una breve analisi, partendo da alcuni numeri: alcuni settori dello sport, tra cui gli e-sports, il turismo sportivo, food&beverage, abbigliamento sportivo, eccetera, hanno fatturato complessivamente e globalmente, nel 2017, 374 miliardi; tre settori apparentemente estranei al mondo sportivo, quali pharma, ITC e aerospazio, hanno fatturato, complessivamente e globalmente, 5.882 miliardi. Chiaramente ciò che è trasferibile nel mondo dell’innovazione sportiva è una piccola parte delle cifre innanzi esposte, tuttavia il mercato sembra davvero essere ampio e fruttuoso: JUMP definisce il perimetro di un nuovo mercato dello sport business, con confini molto più ampi di qualsiasi altro evento attuale. JUMP ospiterà tutte le forme di innovazione, con spazi dedicati anche ai centri di ricerca privati, alle università, ed una sezione per le start-up selezionato attraverso un contest; JUMP è un evento di sport business, per favorire lo sviluppo delle aziende e dei loro nuovi prodotti e servizi; JUMP promuoverà quindi l’innovazione che trova un effettivo riscontro di business, con soluzioni pronte per il mercato. Il percorso di partecipazione delle aziende a jump sarà affiancato in ogni fase della preparazione, per ottenere il migliore risultato in termini di impatto sul business: scouting / adesione aziende (a partire da marzo 2018); consulenza per internazionalizzazione; business matching e ricerca partners; organizzazione fiera jump e incontri b2b; monitoraggio e follow up. A questo punto la parola è passata a Nicola Tolomei, CEO & Co-Founder SPORT&IDEAS, il quale ha esposto alla platea il piano di marketing e di comunicazione legato a questo nuovo evento. Innanzi tutto, è stato precisato che SPORT&IDEAS non si pone come unico interlocutore, ma, anzi, come agenzia coordinatrice dell’intero evento: viene, quindi, fatto un invito a tutti gli addetti ai lavori del mondo sportivo a partecipare attivamente, in modo da poter rendere un servizio efficace e, quindi, ripetibile. JUMP, come già accennato, è un format esclusivo e multisettoriale per l’affermazione di nuovi modelli creativi, idee e tendenze per lo sport; è una piattaforma di applicazione dedicata ad ogni settore dell’industria che si rivolge al mondo dello sport fino a soluzioni in ambiti più vasti, e che trovano nel settore sport uno dei diversi mercati di vendita: HI-TECH SOLUTIONS SPORT FACILITIES (NEW SMART ARENAS GENERATION) ENERGY & UTILITIES MARKETING & NEW MEDIA DESIGN & COMUNICATION NUTRITION & HEALTHY LIFE STYLE PROFESSIONAL & SPORT TRAINING SUPPLIES & SERVICES L’ obiettivo primario di jump è mettere in contatto offerta e domanda, in un contesto in cui sono per la prima volta uniti settori di business, tecnologie, soluzioni e sport, offrendo una configurazione in grado di aprire nuove opportunità di incontro b2b, anche in ambiti non ancora esplorati dalle aziende. Si rivolge sia al mercato business, che al mercato consumer: la volontà è quella di dare un valido palcoscenico all’innovazione, ma comunque di lasciare lo sport al centro di tutto e di renderlo comunque protagonista, ad esempio portando all’interno della fiera una smart arena nella quale ospitare un evento sportivo aperto al pubblico. JUMP consentirà la commercializzazione dei prodotti al pubblico, secondo logiche di vendita applicabili sia in termini di percorsi di fruizione dell’evento sia in termini di possibilità di gestione del magazzino per le aziende. Il pubblico potrà partecipare a JUMP seguendo diversi percorsi tematici, caratterizzati dal singolo sport, tecnologia o settore. I destinatari, per quanto riguarda il mercato business, sono i seguenti: brand leader di settore produttori di articoli, attrezzature e tecnologie per lo sport aziende progettiste e costruttrici di impiantistica sportiva new media and communication players progetti e start up innovative club, leghe, federazioni e istituzioni sportive aziende ed enti dei settori turismo e tempo libero aziende operanti nel settore ambientale e della sostenibilità energetica operatori in materia di impiantistica sportiva quali rebranding potenziali investitori in progetti innovativi ed extra-settore. Per quanto riguarda, invece, il mercato consumer: un target ampio e trasversale, con una forte predominanza di giovani, che trasforma le nuove tendenze in consumi personali; soggetti accomunati dalla medesima passione per lo sport, desiderosi di condividere esperienze, attenti alle innovazioni e ai nuovi stili di vita al mondo digital e virtual; appassionati di nuove tendenze nello sport, nella tecnologia e nella comunicazione in genere. Le aree dedicate saranno: AREA EXPO, dedicata all’esposizione delle aziende, delle start up e dei relativi prodotti e Servizi; AREA EXPERIENCE, area dedicata alla dimostrazione pratica dei prodotti e delle tecnologie presentate; AREA LIVE, per l’organizzazione di grandi eventi sportivi; AREA BUSINESS, per l’organizzazione di convegni, momenti di relazione e di confronto. I principali contenuti che sarà possibile trovare all’interno di questa fiera innovativa saranno: e-sport competitions; new sport product show case; virtual and augmented reality; social network, new media e comunicazione integrata; assistant training tools; healthy and energy food; docu / conference / exhibition; fan engagement, brand content & entertainment; smart venues; next sports; charity & fun funding; new sport jobs. Per quanto riguarda la comunicazione, l’attività sarà classica e moderna allo stesso tempo e, quindi molto efficace. In particolare, per quanto riguarda i nuovi strumenti di comunicazione, ci saranno Testimonials, influencers e blogger, sarà attuata una strategia di comunicazione social e digital e verrà creata un’ App per Smartphone con advertising geolocalizzato; per i metodi di comunicazione “ATL” ci saranno creatività dell’immagine e declinazione coerente nei diversi formati, campagna stampa, free press e media partnership, campagna radio, affissione in circuiti outdoor statici in diversi formati, pubblicità dinamica e circuiti locali, maxi affissioni; infine, i metodi di comunicazione BTL che consteranno in attività teasing in fiere ed eventi promozionali coerenti, coinvolgimento di location e concept store in target, promozioni mirate, coinvolgimento di istituzioni e di operatori. Nicola Tolomei, ha concluso il suo intervento invitando i presenti a scaricare la presentazione di questo nuovo progetto sul sito www.jumpexpo.com E’, infine, intervenuto Marco BORRONI, Division Group Brand Manager IEG- INTERNAT. EXIBITHION GROUP, in quanto rappresentante della location che ospiterà questo nuovissimo evento. Rimini Fiera, infatti, ospita diversi eventi del mondo sportivo da più di 10 anni e ha trovato in Jump una preziosa novità soprattutto in termini di B2B. IL MONDO DELLE START UP TRA APP E TIFO Nel secondo tempo, ci siamo occupati del mondo delle START UP, ormai presente anche nella Sport Industry. Ne abbiamo presentate alcune come esempio di iniziative per l’engagement dei fan a vantaggio degli sponsor. LO SCENARIO_START UP & FAN ENGAGEMENT di Francesco MANTEGAZZINI, MGH7-Venture Capital Con Francesco Mantegazzini abbiamo osservato la fotografia delle Start Up in Italia: dal 2013, dopo che è stato emanato il decreto “sviluppo”, è nata la categoria di quelle innovative che possono godere di alcune agevolazioni ed anche grazie a ciò ad oggi si è registrata una notevole crescita di iniziative di questa tipologia. Di seguito i dati salienti: la distribuzione geografica delle Start Up innovative vede dominare senz’altro il nord, in particolare in regioni come la Lombardia e l’Emilia Romagna. Un altro dato interessante è quello legato al fatturato, infatti, pur essendo ancora distanti da quantità di denaro estremamente importanti, le 3.000 Start Up originarie sono arrivate a raddoppiare il contributo della produzione dal 2015 al 2016. Un grande problema del mondo business delle Start Up riguarda, invece, gli investimenti all’interno delle stesse, soprattutto in confronto alla situazione degli altri Paesi europei. Venendo alle Start Up nel mondo dello sport, Francesco Mantegazzini ha ricordato alla platea, quanto la situazione sia “disastrosa”: non ci sono interlocutori e investimenti idonei a supportare progetti innovativi nel mondo dello sport business. Non a caso è nato il progetto INFRONT LAB, un incubatore specializzato per le iniziative innovative per le organizzazioni sportive. I CASE_Francesco Pieragostini, AD FreeLLO; Paolo Milanoli, Founder COREO1; Michele Imbimbo, AD STARGRAPH; Pasquale Scopelliti, AD SNOWIT Quattro di queste Start Up, che fanno parte del progetto di INFRONT LAB, hanno presentato il loro progetto al pubblico in sala. FreeLLO: ha presentato il progetto Francesco Pieragostini, Amministratore Delegato. FreeLLO è una piattaforma di Fan Engagement ed è basata sul concetto di “chiamata persa” Per illustrare alla platea cosa questa start up realizza, Francesco Pieragostini ha illutsrato la case history della collaborazione tra la FERMANA FC e FreeLLO. Il primo passo per avviare un progetto con questa start up è quello di selezionare lo SPONSOR di giornata che ospiterà presso i suoi locali la premiazione del FreeLLO time. La seconda attività è quella di costruire e pianificare l’evento: per esempio, con la FERMANA FC, il contest consisteva nel poter votare il miglior giocatore attraverso una chiamata gratuita, da parte del tifoso, a un numero telefonico, fornito da FreeLLo e associato a un giocatore (la radice del numero telefonico era uguale per tutti, mentre le ultime due cifre erano quelle del numero di maglia del calciatore). La settimana prima dell’evento è stata dedicata alla promozione dello stesso sui canali social, ma anche attraverso i canali più tradizionali. Il giorno della partita, invece, la promozione del FreeLLO time è stata fatta dallo speaker dello stadio prima della partita stessa e durante l’intervallo. Come funziona? Gli spettatori hanno potuto telefonare al numero abbinato al giocatore che avevano deciso di votare come il migliore e, subito dopo la chiamata, hanno ricevuto un sms con il link alla pagina WEB della classifica del miglior giocatore in tempo reale e al pdf del giornalino della squadra. Grazie a queste attività c’è stato sicuramente un forte aumento della visibilità dello sponsor. Successivamente all’evento “partita”, c’è stata la diffusione della classifica del FreeLLO time sulle piattaforme social della società Fermana FC, in modo da coinvolgere la community della squadra; c’è stata poi anche la diffusione di foto e video della premiazione del vincitore del FreeLLO time di giornata, avvenuta presso un locale dello sponsor e con la partecipazione del calciatore che ha ottenuto più voti durante la partita. Il risultato ottenuto grazie a questo progetto è stata la creazione di una banca dati di numeri telefonici per la società Fermana FC, ma soprattutto per lo sponsor che li ha potuti riutilizzare per campagne promozionali del proprio prodotto. COREO1: ha presentato il progetto Paolo Milanoli, Founder. Paolo Milanoli ha introdotto il progetto partendo da quelle che sono le dimensioni del mercato: Una partita di calcio ogni 58 secondi (oltre 600mila gare all’anno) Una Nazionale di calcio gioca in media una partita ogni 2 giorni L’Italia è il Paese in cui si parla di più di calcio (in media 8 ore alla settimana). Gli ideatori di COREO1 hanno, dunque, deciso di “guardare una partita di calcio dall’alto”: c’è un campo di calcio, due squadre che si sfidano, molti addetti ai lavori, forze dell’ordine e poi, soprattutto, gli spalti con i TIFOSI, sempre più stanchi e sempre meno appassionati. La frase cardine dalla quale nasce questo progetto è “lo spettatore guarda la partita, ma nessuno guarda lo spettatore”. Da qui l’idea di creare un’app grazie alla quale lo spettatore diventa un pixel e la curva un grande schermo LCD, evitando così mesi di lavoro per gli allestimenti monouso, le bandiere giganti e agevolando anche i rapporti dei tifosi con le forze dell’ordine e con la società. Grazie a questa App, dunque, è facile ottenere una fan experience altamente emozionante; inoltre si può offrire alle squadre una fonte fresca di revenue, incrementare la spettacolarità degli eventi sportivi, creare un nuovo strumento pubblicitario e far fronte alle esigenze di sicurezza, etica sportiva e ripopolamento degli stadi. Ultimissima novità di COREO1 è la possibilità di proiettare sui tifosi un qualsiasi filmato, pubblicitario, emozionale, eccetera, direttamente dalla regia dello stadio. STARGRAPH: ha presentato il progetto Michele Imbimbo, Amministratore Delegato. La nascita di questa start up è nata dall’osservazione di quanto il pubblico utilizzi il proprio smartphone durante un evento sportivo: il 78% degli spettatori utilizza lo smartphone, il 77% scatta fotografie con il proprio smartphone, il 50% condivide i contenuti sui social. Intervistati gli utenti, è risultato che la maggior parte di essi scattano foto per avere un ricordo dell’esperienza. Dunque, STARGRAPH ha creato una piattaforma digitale, composta da diverse parti, che consente di capovolgere il concetto: non è più il pubblico ad immortalare un momento, ma è la star, il campione che in un determinato momento invia un contenuto digitale a tutte le persone che sono fisicamente presenti all’evento. Il tifoso, quindi, scaricherà l’app prima dell’evento e durante lo stesso riceverà il contenuto direttamente dal campione (ad esempio, con Aprilia Racing, STARGRAPH ha inviato una fotografia scattata dal pilota e autografata a chi era presente al Gran Premio e aveva scaricato l’App). Lo stesso contenuto personalizzato, poi sarà condiviso sui social; c’è, inoltre un’opportunità di business in questo progetto perché, ad esempio, stampare l’autografo personalizzato potrebbe avere un costo per il tifoso; oppure l’invio di coupon di sconto da parte della società, eccetera. SNOWIT: ha presentato il progetto Pasquale Scopelliti, Amministratore Delegato. SNOWIT è una piattaforma creata circa un anno e mezzo fa e ha l’ambizione di diventare l’unico accesso digitale per chi è appassionato di sport invernali. L’utente, da un unico punto di acquisto digitale, può acquistare prodotti e servizi; inoltre all’interno della piattaforma ci sono una serie di elementi che possono essere interessanti per diversi partner. La piattaforma è in grado di tracciare il percorso dello sciatore e di ingaggiarlo con una serie di sfide: scaricando l’app e attivando il GPS, è possibile inscriversi a delle sfide che vengono sponsorizzate dai partner e grazie alle quali il partecipante viene inserito in una classifica. Chiaramente, l’obiettivo non è solo quello di fermarsi allo stilare la suddetta classifica, ma utilizzare la stessa per campagne di comunicazione, le quali possono ovviamente essere personalizzate a seconda del diverso sponsor. OPPORTUNITA’ DAI MEDIA. SEMPRE PIU’ DIGITAL In questo secondo tempo, ci siamo poi occupati del ruolo dei MEDIA e delle opportunità degli stessi. LO SCENARIO_IMPACT OF INNOVATION TECHNOLOGY ON REVENUE STREAMING AND FAN ENGAGEMENT di Gianluca MAZZARDI, Commercial Director NIELSEN SPORT; Gianluca Mazzardi ha iniziato il suo intervento mostrando una slide dalla quale si evince che nel 2017, fatta eccezione per il Paesi del Sud America, gli ascolti televisivi sono nettamente calati (i dati si riferiscono all’audience televisivo tradizionale). Nonostante questo dato iniziale, Mazzardi ha fatto giustamente notare che il valore dei diritti media sta crescendo esponenzialmente, soprattutto grazie all’ingresso dei nuovi operatori, come ad esempio Facebook e Amazon. Di conseguenza, in futuro ci sarà un ribaltamento della piattaforma di distribuzione dei contenuti sportivi: in questo momento la “fetta” più grande viene dal mercato televisivo, quindi dai broadcaster, subito dopo ci sono le piattaforme non proprietarie, come ad esempio i social media e, infine, le piattaforme proprietarie del proprio prodotto, per cui nel breve periodo la situazione si capovolgerà. In questo periodo di cambiamenti, stiamo assistendo anche a quello dei metodi di misurazione: sul campo oltre ad interessarci le presenze fisiche, ci preoccupa quanto queste vengano ingaggiate; sul digital e social una volta si misuravano le “impression”, ma ora si misurano le “interaction”; una volta per i target group si considerava solo l’ audience numerica, ma adesso si è passati a volerne misurare la attention. Quali possono le applicazioni della tecnologia per aumentare le revenue e il fan engagment? Gianluca Mazzardi ha indicato i principali settori in cui la tecnologia può e sta intervenendo i seguenti: Sicurezza; fan experience; automation & integration; virtuale & augmented reality come applicazioni per aumentare la fanbase (engagement, ticketing e sponsorship). Come ultimo contenuto del suo intervento, Gianluca Mazzardi ha esposto alla platea quattro case history di successo. British Telecom ha i diritti della Premier League e, dopo aver mandato in streaming un match live, ha ottenuto +11% di “familiarità” con i propri clienti; ha avuto 140mila nuovi subscribes su YouTube; ha aumentato del 12% la propria reputation. Secondo caso portato all’attenzione della platea, è stato quello del Real Madrid che, grazie a una partnership con Grabyo, ha potuto mandare in streaming le proprie partite, ottenendo 110milioni di visualizzazioni dei video in 6 mesi e un aumento di 1 billion delle apparizioni dei video del Real Madrid sui social media. Il Superbowl usa una Smart Arena grazie alla quale vengono offerte una serie di comodità agli spettatori (parcheggi disponibili, tempi di file per i servizi, ecc…), ma soprattutto viene offerta una experience unica, grazie alla presenza di tantissime telecamere e sistemi tecnologici all’avanguardia. L’ NFL ha creato ha New York, in uno spazio di 12mila metri quadri, una location con simulatori, videogiochi, eccetera, nella quale far vivere al proprio fan un’esperienza unica. IL CASE_ALWAYS WITH YOU di Roberto RUINI, AD PMG SPORT, Stefano PICCOLO, Segr. Gen LEGA CICLISMO PRO Dopo lo scenario media delineato da NIELSEN, siamo passati, abbiamo ascoltato un Case di produzione e distribuzione riprese video sul canali del web: “ALWAYS WITH YOU”, presentato alla platea da Roberto RUINI, AD PMG SPORT e Stefano PICCOLO, Segr. Gen LEGA CICLISMO PRO. Massimo Ruini ha introdotto PMG Sport, che è una società che nasce prima come PMG nel 2008 e, successivamente nel 2016, decide di aprire una sezione dedicata allo sport. PMG Sport acquisisce diritti per realizzarne delle immagini, dei video, eccetera fino a distribuirli, quindi lavora direttamente sull’evento sportivo. PMG Sport tenta di soddisfare tre tipi di esigenze: delle Leghe e delle Federazioni che si trovano ad avere contenuti di livello molto alto, ma che non hanno i mezzi per distribuirli; delle piattaforme broadcaster e web di avere contenuti sportivi di qualità; degli sponsor di avere visibilità durante l’evento sportivo. L’esempio che è stato portato all’attenzione della platea riguarda il CICLISMO. PMG Sport, infatti, nel 2017 ha prodotto 27 gare professionistiche italiane di ciclismo, come ha poi testimoniato Stefano PICCOLO, Segr. Gen LEGA CICLISMO PRO, che ha raccontato al pubblico in sala come la Lega Ciclismo PRO sia arrivata a PMG Sport. La necessità avvertita dalla Lega Ciclismo PRO era quella di “svecchiarsi” e di venir fuori da una crisi di gestione: organizzatori che iniziavano a venir meno, gare ciclistiche con oltre 100 anni di storia che venivano seguite sempre meno, eccetera. Studiando ilmercato, si sono accorti che ai più giovani praticanti della bicicletta non interessava più fruire del mezzo radio-televisivo per seguire le gare di ciclismo, eccezion fatta per le grandi gare come il Giro d’Italia e il Tour de France. A questo punto la Lega Ciclismo PRO ha incrociato le proprie esigenze con ciò che PMG Sport ha da offrire; in particolare, nel caso di specie, PMG Sport offriva alla Lega la possibilità di trasmettere i propri eventi contemporaneamente sia sui mezzi tradizionali (per non perdere gli “affezionati”), ma soprattutto sui new media, quali i social e la diffusione web in generale. Questo ha portato la Lega Ciclismo PRO, già il primo anno, senza per altro aver investito nella comunicazione, ad avere dei risultati significativi, ovvero ingaggiato una fascia di pubblico come quella dei giovani, che fino a quel momento era rimasta estranea le corse organizzate della Lega Ciclismo PRO. Inoltre, grazie a PMG Sport, gli eventi della Lega hanno riacquisito una diffusione a livello internazionale. L’obiettivo principale, adesso è sicuramente quello di incanalare nel modo più efficace, ma anche più redditizio, questo nuovo flusso di audience. Terzo Tempo BUENA VISTA SOCIAL SPORT TALK conclusivo tra alcuni protagonisti della comunicazione sportiva. Ci chiediamo come l’evoluzione dei MEDIA, influenzata dall’avvento dei social, veda condizionata la distribuzione e la fruizione del contenuto sport. Ne hanno parlano Massimo CALLEGARI, MEDIASET PREMIUM, Luca CORSOLINI, Dir. Editoriale SPORT UP, e Commun. Specialist, Massimo CORTINOVIS, AD STYLUM, Barbara RICCI, AD SPORTWIDE, Ivan ZAZZARONI, Dir. Area Web Gruppo CORRIERE DELLO SPORT Massimo Callegari Ad oggi ci troviamo in una fase di continuo cambiamento, lo sviluppo è evidente ed in virtù di ciò non si può pensare di avere una visione a lunghissimo termine. Due sono gli aspetti da evidenziare: Le entità collettive, i club come società strutturate ed i mezzi di comunicazione come giornali radio e tv; Le entità individuali, ovvero i giornalisti singoli e gli sportivi singoli. Occorrerebbe migliorare l’integrità tra le due entità, attraverso figure competenti quali i social media manager, al fine di evitare situazioni come il caso Icardi di scontro tra atleta e club. Ivan Zazzaroni A suo avviso il mondo reale si distanzia fortemente da quello social, non è chiaro se i fruitori dei social siano sempre persone reali, in estrema sintesi i social esistono esclusivamente come generatori di ritorno economico. Massimo Cortinovis La discussione si sposta sul tema degli influencer, con menzione obbligatoria della prima influencer italiana Chiara Ferragni, la quale riceve anche cifre come 15.000 euro per un post da lei pubblicato. Ritorno economico che dipende sull’audience, dal numero di fan, dunque parametri essenzialmente quantitativi e non qualitativi. Attualmente la capacità di influenzare da parte degli influencer è nettamente superiore a quella di un’inserzione pubblicitaria tradizionale, Chiara Ferragni in primis rende più del doppio di una normale pianificazione pubblicitaria Occorre sottolineare però che tra gli influencer e le agenzie di comunicazione vi sia una differenza da rimarcare: l’attenzione alla qualità del post è molto inferiore da parte degli influencer. Alla luce di ciò si prevede che le aziende si accontenteranno sempre meno della mera visibilità, ed il tema della misurazione qualitativa assumerà importanza crescente in tema di misurazione del ritorno. Barbara Ricci La comunicazione attuale ha creato un legame tra azienda ed influencer che ha gradualmente tagliato fuori gli addetti ai lavori, riportandosi ad un livello primordiale di livello di propaganda degli anni ’30 del secolo scorso. Fino a poco tempo fa la gestione dei testimonial sportivi era differente, l’atleta veniva individuato attraverso ricerche minuziose che prendevano in esame bravura tecnica, credibilità e indice di simpatia a livello di pubblico, oggi tali ricerche sono state sostituite con i like ed i commenti, potenzialmente fittizi. E’ importante evidenziare la biforcazione esistente tra i calciatori e gli altri atleti provenienti da altre discipline sportive. Almeno in Italia, gli atleti diversi dai calciatori, attraverso i social network hanno avuto l’opportunità di farsi spazio, di avere un rapporto diretto con i propri tifosi e di dare visibilità agli sponsor, cosa che in passato facevano molta più fatica ad ottenere. Con i calciatori invece si rischia spesso di scavalcare l’ufficio stampa del club di appartenenza, commettendo spesso errori di comunicazione. Luca Corsolini Lo Sport è nato nel 1844, addirittura 17 anni prima dell’Unità d’Italia. In Italia abbiamo 386 sport, quindi 386 mercati disponibili. Ad oggi l’impegno dell’atleta non termina con l’allenamento e la partita, il loro impegno è di 24ore, dal momento che sui social non rappresentano solo sé stessi ma la squadra ed una disciplina sportiva in toto, quindi occorre sapere utilizzare i social network, come Facebook ed Instagram. Report a cura di Silvia Pistillo Editing: Mimmo Mazzella
Sport&Innovation: People First!
12 Luglio 2017, Roma Corriere Dello Sport Chiuso il secondo appuntamento SPORT LEADERS del 2017, con l’edizione estiva di Roma presso gli spazi della sede del CORRIERE DELLO SPORT, che ospita per la seconda volta. I lavori della giornata sono stati coordinati d Mimmo MAZZELLA, che ha ricordato la mission degli incontri SPORT LEADERS, ovvero quella di alimentare continuamente il dialogo tra aziende e sport, proponendo momenti di confronto e di networking tra i vari soggetti economici che formano il mercato dello sport business in Italia. A supporto dalla lettura analitica dei vari momenti della prima parte è stato coinvolto Stefano CORONA, analista e advisor del mondo aziende e sport, con un recente passato nei centri media oltre che nello sport con la Juventus, che ha aiutato i presenti ad interpretare gli interventi delle società di ricerca e advisory come delle stesse aziende sponsor. PRIMO TEMPO _ Il VALORE DELLO SPORT SCENARI. LO SPORT COME INVESTIMENTO: CONTENUTI, OPPORTUNITA’, MISURAZIONI Dopo i saluti degli ospiti della concessionaria SportNetwork con l’ad Aldo REALI a cui si è aggiunto il direttore del giornale VOCALELLI, gli oltre cento operatori presenti, in rappresentanza di sponsor, società sportive, Leghe, Federazioni e società del consulting, hanno potuto apprezzare gli spunti offerti su come lo sport si possa inserire nelle scelte d’investimento delle aziende: lo sport è passione, è community, è engagement, è un’opportunità! La riflessione di chi, come Michele CICCARESE, head della divisione Sport & Entertainment del centro media GroupM, tutti i giorni deve comparare dati e informazioni di mercato per le aziende, con il supporto del responsabile ricerche Antonello D’ELIA hanno presentato un’approfondita analisi su come, nell’ambito del panorama degli investimenti in pubblicità delle aziende in Italia, sia possibile posizionare i fattori a valore aggiunto dello sport, proponendo una ricerca pilota sui valori del mondo del calcio “FOOTBALL FACTOR”. E’ poi seguita l’analisi di Marco NAZZARI, managing director NIELSEN SPORT Italia che dalla sua osservazione di società leader nella ricerca nello sport, ha ricordato come mai prima nel mondo il mercato dello sport business sia stato così forte, aggiungendo alcune tendenze di fondo, influenzate dalla rivoluzione del digitale e delle iniziative dei grandi marchi del web verso l’acquisizione dei diritti tv, che pongono lo sport, dal grosso potenziale di contenuti con i propri brand e campioni, in una posizione molto interessate per supportare le aziende in termini di engagement dell’utente finale e quindi di sviluppo del business. QUANTO E’ PERCEPITA E IMPLEMENTATA L’INNOVAZIONE DALLO SPONSOR Dopo gli spunti degli analisti era doveroso ascoltare chi decide d’investire nello sport: dal confronto di diverse esperienze di chi vive tutti i giorni la gestione del marketing con lo sport, abbiamo cercato di disegnare i nuovi confini del dialogo tra Rights Holder e Aziende, rappresentate da Silvia DIACONALE, resp. comun. corporate, private sponsorship BNL, che ha ricordato i motivi di fondo alla base della conferma della scelta di affiancarsi al tennis e agli internazionali d’Italia; mentre Antonella MARCìA, responsabile comunicazione EVIVA, ha invece motivato il cambio di scelta passando da un’azione di social responsability affiancando alcune federazioni al posizionarsi nel calcio sulla maglia del Genoa, per un’evidente ragione di ricerca della notorietà di marca; anche Francesco SORTINO, dir. marketing LINKEM, sceglie il calcio e in particolare il suo settore giovanile, evidenziando obiettivi di notorietà simili ma per finalizzare in maniera più puntuale un dialogo con la passione dei ragazzi e quindi delle stesse famiglie; invece Gianmaria RESTELLI, resp. comunicazione esterna e corporate image Gruppo UNIPOL ha illustrato la strategia del brand leader nelle assicurazioni che si tiene per il momento lontano dal calcio, scegliendo altri sport e quindi anche community che meglio detenessero alcuni valori del brand, come il praticare con amore e come il rispetto, e soprattutto potendo manifestare la vicinanza del gruppo. In tutti prevale un senso di positività del mezzo, a patto che consenta loro opportunità di engagement con gli appassionati, dando sempre meno rilevo alla visibilità. CASI D’INNOVAZIONE. Come in altre occasioni si sono presentati alcuni casi concreti d’innovazione, dal digital ai nuovi format alla gestione della logistica, con lo sport è possibile introdurre nuove tecniche e metodi di marketing per il miglioramento del rapporto costi/ricavi. L’innovazione del formato e dei contenuti della STAMPA SPORTIVA è stata testimoniata da Daniele QUINZI, dir. marketing Gruppo AMODEI, che ha sottolineato come anche dal cartaceo si possono proporre nuove soluzioni che avvicinano gli appassionati agli inserzionisti. L’organizzazione di un nuovo evento internazionale in Italia, “ENERGY FOR SWIM”, è stato presentato da Nicola TOLOMEI, ad SPORT & IDEAS, che ha ricordato le novità di un nuovo format sportivo legato al nuoto e prodotto da un imprenditore russo nel campo dell’energia. Le opportunità dello streaming sul web, con le DIRETTE VIDEO degli eventi sportivi distribuiti free, sono state mostrate da Federico ZANNI di PMG SPORT, che ha fornito alcuni numeri più che interessanti, come quelli di visualizzazioni di un torneo di FOOTVOLLEY. Sempre interessanti poi gli esempi di attivazioni online per i brand dello sport, argomentati da Massimo CORTINOVIS, ad STYLUM/ Gruppo ALTAVIA, che ha evidenziato come sia possibile sviluppare alcuni “giochi” per l’engagement tra aziende e utenti finali. Infine, l’innovazione per la GESTIONE del TRAVEL nello sport, con l’intervento di Riccardo BECOCCI, director BCD Meeting & Events Italia che, forte del rapporto con i big player quali il Giro d’Italia ed altre realtà sportive, ha proposto la loro piattaforma online per supportare le prenotazioni degli staff dirigenziali come degli stessi sportivi, con interessanti motivi di efficienza dei costi. I MANAGER DELLO SPORT BUSINESS SI RICONOSCONO IN UN’ASSOCIAZIONE Governance delle organizzazioni sportive, investimenti nelle nuove venue, sviluppo commerciale, implementazione digitale, tutto rimanda al tema della managerialità nello sport ecco che a margine degli incontri SPORT LEADERS è cresciuta spontanea la volontà di veder valorizzate le numerose competenze presenti anche in Italia, da qui l’idea di riunirsi in un associazione ed ecco che nel luglio del 2016 è nata ASSI SPORT MANAGER , le cui motivazioni e e obiettivi ci sono stati raccontati dal presidente Federico FANTINI, Head of Sports HAVAS MEDIA e Barbara RICCI, ad SportWIDE e consigliera ASSI MANAGER, oltre ad altri due consiglieri e testimoni significativi del mondo dello sport, essi stessi consiglieri ASSI MANAGER, ovvero Massimo RIGHI, ad Lega VOLLEY e Paolo BEDIN, dg Lega B. Qual è il livello dell’introduzione manageriale nelle organizzazioni sportive? Lo abbiamo chiesto a Cristiano HABETSWALLNER, sponsorship management director TIM; che si è interfacciato più volte, in più anni con sport diversi, avendone quindi avuto vicinanza quotidiana, ha invitato questo mondo ad esser maggiormente disponibile rispetto alle esigenze degli investitori. Di contro, Diego NEPI, dir. marketing CONI, dalla posizione di direttore marketing della massima istituzione sportiva in Italia, un osservatorio privilegiato del management presente nelle Federazioni, spesso ritenuto anche solo numericamente non sufficiente, ha ricordato come negli ultimi anni c’è stata l’introduzione di una generazione di giovani manager, addetti alla produzione degli stessi grandi eventi (vedi ad esempio nel Rugby, nel Tennis, negli sport equestri, nel golf..) su cui il CONI punta a dar prestigio o a dar nuova immagine agli sport cosiddetti di nicchia, che al contrario hanno community importanti. Mentre la presenza, interessante e non annunciata, di Sergio SPINELLI, Head of Human Resources della Juventus, chiamato dal mondo dell’industria ad assecondare la crescita organizzativa verso un modello aziendale della principale società italiana, ci ha confermato proprio della importante politica di assunzioni nelle posizioni manageriali, con un organigramma di tutto rispetto alla media europea, da cui solitamente i nostri club si discostano di molto. Infine Marcel VULPIS, dir. Ag. SPORTECONOMY e commentatore del CORRIERE dello SPORT che ha dato una lettura delle carenze in chi ha in mano le decisioni nel definire gli investimenti in professionalità, quasi rassegnata, di chi per primo in Italia ha iniziato a parlare di sport business con un portale dedicato, ovvero sporteconomy. SECONDO TEMPO_ LA GOVERNANCE NELLO SPORT CROTONE, LA FAVOLA DI QUELLI CHE NON SI ARRENDONO MAI. Dopo la lunga prima parte, dopo la pausa il FACCIA A FACCIA tra Raffaele VRENNA, giovane dg del CROTONE, intervistato da Xavier JACOBELLI, editorialista CORRIERE dello SPORT- STADIO, sulle vicende societarie e cittadine che hanno visto la squadra calabrese conquistare l’Italia raggiungendo un’incredibile salvezza nella massima serie del calcio. ANALISI CONCLUSIVE. DOVE INVESTIAMO: MANAGER E NUOVI IMPIANTI? Qual’è la strada che può saldare le diverse iniziative in un unico sistema? Perché non fare squadra per partire dal valorizzare la leva manageriale, dal dialogo con il mondo delle aziende e non ultimo dal favorire gli investimenti in nuovi impianti? Con Marco LANDI, resp. mktg Feder BASEBALL abbiamo lanciato una piccola provocazione: il caso dell’impianto voluto e finanziato dagli americani ma mai nato. Un esempio tra i tanti, di come questo mondo, che in tutti gli sport vive, in maniera trasversale, problemi simili, non fa sistema: quanti pensano che sia un problema solo della Federazione Baseball? Ancora, con Fabio BANDIRALI, pres. comitato infrastrutture sport di ASSOIMMOBILIARE, altra piccola provocazione: cosa c’entra Assoimmobiliare con lo sport e perché decide di creare una sezione sport? Naturalmente c’entra, perché l’impianto sportivo è un immobile a tutti gli effetti e gli imprenditore del settore immobiliare possono dare molto nel veicolare i nuovi investimenti, se s’incomincia a vedere la parte sottostante le tribune come un importante spazio commerciale oltre ai molteplici servizi ospitabili lungo le tribune. Di fatto se in Italia si incomincerà a realizzare i nuovi impianti, sarà probabilmente anche per la vision di imprenditori esterni al settore ma con vere motivazioni industriale nell’immobiliare come nell’entertainment. Dopo aver visto e ascoltato le opportunità e la lettura che danno le aziende dello sport, per le analisi e per le condizioni relative alle loro scelte di investitori, ne abbiamo riepilogato i maggiori punti con Pierpaolo BUCALO, ad A12LAB, esperto di co-marketing che ha ricordato ciò che le aziende si aspettano dai right folder perché un’organizzazione sportiva sia oggi foriera di benefici: far crescere la custom experience per i loro clienti; conoscere i praticanti; organizzare una buona corporate hospitality e produrre una buona veicolazione dei propri contenuti. Abbiamo quindi infine affidato a Alberto TAPPA, segr. gen. Feder. PUGILISTICA; Valerio GAVIGLIA, manager del Gruppo AMODEI, Gianmaria RESTELLI, resp. com. esterna e corporate image Gruppo UNIPOL e Marcel VULPIS, dir. ag. SPORTECONOMY- comm. CORRIERE dello SPORT una riflessione conclusiva su come lo sport possa andare verso questi due fattori essenziali: investimenti in nuovi impianti e investimenti in management. Ed in particolare come sia possibile fare sistema, per creare un vero comparto industriale? La proposta di aprire un tavolo in Sport Leaders per unire le forze verso il mondo delle aziende e delle stesse Istituzioni è stata naturalmente condivisa.
“Lo Sport? Un’impresa!”
8 Maggio 2017, Vicenza Città dello Sport REPORT Lunedì 8 maggio, a Vicenza, Città dello Sport, sono ripresi gli appuntamenti dello SPORT LEADERS CLUB, lungo il pomeriggio organizzato presso gli spazi della Fiera, nei vari panel condotti da Massimo Caputi si sono alternate alcune componenti manageriali e imprenditoriali dello sport. Ci si è chiesti cosa si possa fare perché un aggregato di società sportive prof e semi prof degli sport di squadra riesca a far sistema ad esser industria, ovvero ad avere regolari investimenti in managerialità, infrastrutture, innovazione, mentre ancora registriamo che ad ogni cambio di gestione si riparte da zero, pensando solo e soprattutto a trovare risorse per allestire la squadra, secondo un modello organizzativo ormai anacronistico. ANALISI E TENDENZE DELLO SPORT BUSINESS I lavori sono stati introdotti da alcuni messaggi illuminanti sui trend dello sport business lanciati da Federico FANTINI, head of Sport di HAVAS Sports & Entertainment e Marco NAZZARI, managing director NIELSEN SPORTS Italia, che hanno sottolineato alcuni trend in particolare, ovvero la possibilità dello sport di gestire informazioni sensibili sulla FAN BASE, di generare START UP a favore di nuovi soluzioni tecnologiche, di disporre di un’importante UTENZA FEMMINILE, target molto interessante per i brand. (RI)COSTRUIAMO IL SISTEMA SPORT. Le Leghe sportive protagoniste del processo? Dall’analisi di Nielsen ed Havas risulta che abbiamo un settore vivo dalle notevoli opportunità ma non dimentichiamo le stesse perenni difficoltà a far quadrare i conti, per cui ci si è chiesti quale possibile ruolo delle Leghe nell’incoraggiare nuovi modelli di gestione delle società sportive, nel favorire gli investimenti delle imprese in sponsorship, come in nuove venue per la produzione dello spettacolo, con Mauro FABRIS, Pres. LEGA VOLLEY Femminile; Federico ZURLENI, Dg LEGA BASKET A che hanno raccolto la sfida, sostenendo come la Lega possa esser il driver principale, che superi le litigiosità dei presidenti e incoraggi le società nel cambiamento. DALLA PARTE DELL’INDUSTRIA. Il punto di vista di chi con lo sport fa già impresa. Un esempio di chi fa già impresa con lo sport ci è stato dato da GianlucaPAVANELLO, ad MACRON, leader nel team wear e Corrado FACCO, managing director ITALIAN EXHIBITION GROUP, il secondo polo fieristico italiano nato dalla fusione di Vicenza e Rimini, che ci hanno ricordato cosa si aspettano da chi gestisce lo sport. Il peso specifico del comparto sport nel prodotto interno lordo è ormai noto, per cui l’importante ruolo socio-economico che ogni organizzazione sportiva, professionistica come dilettantistica, ha nel proprio territorio, è tale da non poter più “tollerare” una gestione manageriale spesso non idonea e coerente con questo peso. LE PAROLE CHIAVE DELLO SPORT BUSINESS: Engagement, Contenuti, Format. Le aspettative degli investitori spesso coincidono con la migliore gestione della fan base, con la possibilità di avere format più convincenti, con la necessità di misurare gli investimenti in sponsorship, con l’esigenza di parlare ad un pubblico in target ma comunque numeroso e sempre più spesso con l’opportunità di accrescere il proprio business. Non a caso si sono presentati alcuni protagonisti nell’illustrare degli esempi che andavano proprio nel valorizzare le opportunità dello sport. Ad iniziare con format specifici come quello di un nuovo evento internazionale in Italia, “ENERGY FOR SWIM”, presentato da Nicola TOLOMEI, ad SPORT & IDEAS, agenzia che sta organizzando per conto di un investitore ucraino, la prima edizione del meeting romano dove si sfideranno i migliori nuotatori mondiali; le performance del digitale attraverso i social per le società sportive analizzati da Massimo CORTINOVIS, ad STYLUM/ Gruppo ALTAVIA; la misurazione multicanale del Politecnico di Milano per uno sponsor nel volley, presentato da Alessandra MARZARI, pres. Vero Volley Monza; i vantaggi e le notevoli performance numeriche delle dirette video degli eventi sportivi distribuiti in streaming, con Federico ZANNI di PMG SPORT; le opportunità dello sviluppo del co-marketing tra le diverse aziende sponsor di una società sportiva, presentati da Pier Paolo BUCALO, ad A12LAB; LA SFIDA DELLE RISORSE PASSA DALL’ORGANIZZAZIONE OPERATIVA QUOTIDIANA. Ascoltate le opportunità che derivano da attività legate allo sport marketing, alcuni protagonisti con differenti ruoli direzionali, vedi dg, finanziario, comunicazione, marketing, commerciale e differenti sport di squadra, calcio, basket e volley, che tutti i giorni devono scaricare a terra l’ingrato compito di soddisfare le esigenze di chi investe e della stessa proprietà, ma anche degli utenti finali dello spettacolo che sono proprio i tifosi. Con Roberto BRUGHERA, dir. commerciale BLU Volley Verona; Claudio COLDEBELLA, dg Pallacanestro VARESE; Simone FREGONESE, resp. comunicazione Volley CONEGLIANO , e Universo TREVISO Basket, Alberto RIGOTTO, dir. finanz. UDINESE, Marco SOROSINA, dir. commerciale HELLAS Verona, coordinati da Antonello BISOGNO di Insights Italia, focalizzata proprio sulle competenze manageriali, si è avuto uno spaccato puntuale di un mondo manageriale che fa fatica ad avere un legittimazione autorevole da parte delle proprietà. ma che è chiamato alla sfida di rendere l’investimento delle aziende profittevole. Tutti si sono dichiarati entusiasti dei risultati del proprio lavoro, spesso oscuri ai più, hanno purtroppo confessato che il loro lavoro è spesso ancora legato, in termini di gratificazione, per una parte ai risultati sportivi, dove è evidente che il loro possibile apporto è pari a zero. DIALOGO PER UNA POLITICA INDUSTRIALE DELLO SPORT Un contributo importante, spesso trascurato da chi governa lo sport, è il cercare la collaborazione possibile con il legislatore. Ecco che con Daniela SBROLLINI, on. CAMERA dei Deputati, abbiamo incontrato l’impegno a far approvare alcune proposte legislative, come quella sulle Associazioni Dilettantistiche, volta a migliorare la gestione economica di queste numerose realtà sociali, nei rapporti con il sistema bancario come con il mondo dei lavoratori; come anche il miglioramento della nota legge Melandri sui Diritti Tv e inoltre una migliore definizione delle opportunità in materia di impiantistica sportiva. Tutti impegni condivisi in agenda dello stesso Ministero dello Sport. LA PAROLA ALLE SOCIETÀ. FARE IMPRESA NELLO SPORT ITALIANO OGGI. Le conclusioni affidate a chi governa le società sportive: Francesco BARRESI, ha mostrato come quando si vuole si può creare un’organizzazione a imitazione dell’impresa, con il modello dell’HELLAS Verona, di cui è direttore operativo, di fatto scollegato dagli stessi risultati sportivi e guarda caso la conseguenza è anche la vittoria. Fabrizio FIORINI, ad di pallacanestro Varese, con la doppia esperienza di amministratore del club ma anche d’imprenditore, ha messo al centro dell’attenzione il modello consortile di “Varese nel Cuore” dove ogni azienda socia è chiamata a dare un contributo in termini imprenditoriali più che sportivi, nel fare squadra con gli altri, nel portare opportunità di business. Alessandra MARZARI, pres.VERO Volley Monza, dopo aver da tempo organizzato il suo consorzio sportivo con una buona struttura manageriale, sta lavorando su un importante obiettivo, portandolo alla riflessione comune e che dovrebbe non a caso esser adottato da tutto il sistema sport, ovvero l’avvio del lavoro con Assolombarda, affinchè lo sport sia considerato come una vera componente industriale. Flavio MARELLI, pres. ANTHEA spa, da partner ed investitore anche di un club di volley femminile, trova lo sport troppo autoreferenziale e non sempre attento alla componente delle aziende e delle loro esigenze, non a caso nella recente esperienza di consorzio sportivo nel volley femminile sta partendo dal creare connessioni tra i centinaia d’imprenditori che sostengono a vario titolo le varie società sportive. Chiude il lavori l’analisi di Paolo BEDIN, dg Lega B che ha evidenziato come il costruire realtà aziendali caratterizzate da investimenti per il medio-lungo periodo, può dipendere dalla necessità di uscire dalla dicotomia di dover rispettare i verdetti del regolamento dei campionati legati all’alternanza retrocessioni/promozioni, che impongono spesso oggettive difficoltà di programmazione economico –finanziaria, dovendo rispondere a differenti livelli di budget presenti nei vari livelli dei campionati. La stessa Lega è un soggetto che può svolgere un ruolo di supporto allo sviluppo, come nel caso dell’esperienza dell’iniziativa BFutura nell’affiancare le società nella gestione dei progetti dei nuovi stadi. Naturalmente le diverse esperienze hanno portato differenti motivi di riflessione, ma c’è stato un elemento comune in tutti, ovvero ognuno percorre delle strade in qualche modo innovative, da chi sperimenta il consorzio d’imprese a chi dialoga con il mondo confindustriale; da chi lancia piattaforme di sostegno ai propri associati a chi organizza il club come una vera azienda, ancora a chi mette insieme società sportive del territorio e loro aziende sostenitrici. Ma la scoperta dell’acqua calda è che tutti lo fanno in perfetta solitudine, senza metter quelle esperienze a fattor comune, perché diventi sistema. Forse converrà partire da qui.
“Let’s Run the future” Managerialità, nuovi impianti e digital: il futuro è adesso!
29 -30 Novembre 2016, Milano Unicredit Tower Hall REPORT Novità di novembre. Perché due giorni e perché questi temi. Per la prima volta in Italia, una parte di rilievo del network manageriale dell’industria sportiva italiana relativamente alle organizzazioni di calcio, basket e volley, si è riunita in due giorni per un confronto su alcuni temi centrali che hanno coinvolto diversi tipi di profili/responsabili del mondo delle società sportive. Ricordiamo i temi e i protagonisti che si sono avvicendati il 29 e 30 novembre scorso nella sala Tower Hall di Unicredit a Milano. INTRODUZIONE: SI PARTE DALLE VENUE. GUARDIAMO ALL’ESTERO. Quali nuovi modelli di Governance lo sport, inteso come industria, può adottare, partendo dalle esperienze che nel concreto si stanno già sperimentando, è stato il tema di fondo della prima giornata, che è stata aperta dallo speech sulle opportunità offerte dai nuovi impianti sportivi di Francesco Norante, VP Sport, Events and Stadia del Gruppo Leonardo, che da Londra ha portato la vision delle esperienze sviluppate all’estero ricordando, se mai ce ne fosse bisogno, che per migliorare concretamente le revenue delle società sportive, occorra innovare continuamente investendo in due direzioni, professionalità manageriale e tecnologia. Citando vari esempi, in particolare in Gran Bretagna, Norante ha sottolineato che il business è una peculiarità di ogni piazza. Anche le piccole città di provincia investono in Venue super accessoriate e tecnologicamente all’avanguardia per accogliere le nuove abitudini dell’utente, desideroso di essere seduto comodo, sempre connesso e in relazione con gli altri. Il messaggio è stato: innovazione e tecnologia per eventi durante tutta la settimana e tutto l’anno! MARTEDI’ 29 NOVEMBRE 2016 GOVERNANCE & SVILUPPO DELLE SOCIETA’ SPORTIVE La giornata si è poi sviluppata lungo due confronti centrali: il primo, caratterizzato dalla presenza dei vertici, a.d. e presidenti, di calcio, basket e volley che, insieme a Fabio Caressa e Massimo Callegari, hanno cercato d’individuare le strade per creare crescita e sviluppo, in particolare con le testimonianze concrete di quelle società e quelle piazze che da qualche anno stanno sperimentando soluzioni alternative alla figura dell’uomo solo al comando, come accade nei casi consortili di Varese e Trento nel Basket o sempre di Brescia, nel calcio; oppure anche con un dialogo forte con il territorio da raccogliere parte delle risorse per sostenere progetti ambiziosi come quello della presidente di Vero Volley Alessandra Marzari a Monza, con il volley maschile e femminile o della collega della Pallacanestro di Brescia, GraziellaBragaglio; fino al caso un pò diverso dell’azienda Foppapedretti che, dal racconto dell’a.d. Luciano Bonetti, negli ultimi sedici anni è passata da Naming sponsor a titolare proprietario della società volley Bergamo femminile, costituendone un asset della comunicazione di gruppo. STADIA & ARENA, QUANDO SI PARTE DAVVERO? L’altro filone su cui si è cercata la soluzione alla crescita è stato strettamente connesso con il precedente e non poteva che essere legato alla problematica dell’impiantistica, che nel relativo panel ha portato in superficie una serie di spunti positivi sull’ineluttabilità delle realizzazioni delle nuove fabbriche per la produzione dello spettacolo sportivo. Si è così partiti dall’esempio principe più recente quale lo stadio dell’Udinese, la cui storia che ha portato il club friuliano a definire il progetto e la concreta realizzazione, ci è stata raccontata dal vice presidente Stefano Campoccia, che ha anche sottolineato la loro esperienza work in progress, nel valorizzare le opportunità di nuovi ricavi legati alle diverse possibilità di accoglienza e di coinvolgimento delle aziende del territorio, confessando come, in fase previsionale, non vi fosse ancora la piena consapevolezza, al punto di dover oggi ripensare ad ulteriori interventi nel miglioramento di una serie aree. Altro esempio di buone pratiche non poteva che esser ancora il caso BFutura, rappresentatoci da Paolo Bedin, dg della lega B, che ci ha ricordato come siano ormai più di quattro le piazze ai nastri di partenza, grazie all’approccio di supporto e affiancamento operato dalla Lega B attraverso appunto il progetto BFutura, ormai è diventata una società che supporta da vari lati le idee delle società della B, a partire da buone indagini di mercato e studi di fattibilità, affiancati sempre da Nielsen sport, su dove e su come sviluppare, anziché assecondare le classiche iniziali velleità architettoniche dei proprietari. Ma il panel ha continuato ad offrire soluzioni concrete sia sul piano delle possibilità finanziarie, illustrate da Alessandro Bolis, responsabile marketing del Credito Sportivo, che non si è risparmiato nel ricordare la disponibilità di vari strumenti in dotazione dell’unica banca pubblica, in grado di andare incontro alle diverse esigenze delle proprietà dei club e degli eventuali sviluppatori immobiliari. Proprio a sottolineare il nuovo fronte di opportunità che potrà condizionare lo sviluppo della realizzazione dei nuovi impianti sportivi, la presenza del partner Sportium e responsabile sport di Asso-Immobiliare, Fabio Bandirali, ci ha aperto la nuova visione che deriva proprio dal ruolo imprenditoriale che potrebbero avere gli sviluppatori immobiliari: costituire l’anello forte della catena per dare quella linfa vitale ai progetti, creando il giusto collante con le società sportive e i Comuni proprietari degli immobili, individuando poi, a seguito della realizzazione, soluzioni innovative di gestione dell’immobile verso logiche di aziende dell’entertainment,. A supporto della tesi da “sviluppatore immobiliare”, la presentazione del progetto dello stadio di Mosca offertaci da Giovanni Giacobone, partner Sportium in cui è presente anche l’americano David Manica, autore del progetto, che comprende sotto un unico tetto anche il palazzetto. Quindi confermata la logica che ogni impianto è un contenitore che può detenere al suo interno diverse soluzioni d’attività, in relazione alle logiche che ogni diverso mercato/piazza di appassionati può offrire, attitudine tipicamente offerta dalle varie realtà italiane delle 100 province. Ma dove e come realizzare l’impianto sportivo in qualsiasi contesto è pur sempre sinonimo di rispetto di un’attenta analisi derivante dallo studio di fattibilità, che è proprio uno dei focus della società internazionale Nielsen Sport, già Repucom, rappresentata in Italia da Marco Nazzari. La giornata si è chiusa proprio con messaggi di ottimismo sottolineati da Bolis e Nazzari di come, anche se lentamente, l’Italia stia partendo, lo si evince da vari segnali in loro possesso, progetti in cui sono coinvolti, da cui viene fuori un quadro con diverse iniziative ai nastri di partenza. Ottimismo rafforzato dalla testimonianza di Enrico Mambelli, advisor internazionale in contatto con vari fondi d’investimento interessati agli asset italiani. Temporalmente i due panel sulla Governance degli sport di squadra sono stati separati dai tre momenti faccia a faccia: con due interviste a due lati importanti della Governance dello sport, ovvero la politica e le aziende che sponsorizzano, a cui si è aggiunto come corollario, il confronto dei vertici di due leghe professionistiche di calcio e basket, al confronto con le opportunità di mantenere un dialogo con la politica. Per le aziende, la testimonianza di Andrea Marini, responsabile della comunicazione di Rolex Italia, ha motivato le scelte della casa madre nel seguire da sempre lo sport, forse il pioniere assoluto, con la testimonial nuotatrice tedesca negli anni venti, individuandone un veicolo necessario del proprio brand, sebbene in sport dal target internazionale e di tipo più individuale. Per la politica la deputata Daniela Sbrollini, che come responsabile dello sport per il PD è la prima firmataria di due disegni di legge in materia, ha mostrato volontà di proseguire il lavoro di avvicinamento del legislatore alle esigenze dello sport professionistico e non, a partire dal salvaguardare gli interessi degli imprenditori che investono, per proseguire sulla necessità di miglioramento della legge sui diritti tv, cosiddetta Melandri, ritenuta ormai non rispettosa delle realtà sportive più piccole. Consapevoli proprio del ruolo che la politica può avere nell’accompagnare un processo di crescita dello sport, il presidente delle Lega Basket A, Egidio Bianchi e il direttore della Lega B, Paolo Bedin, si sono confrontati su come far crescere i rispettivi format di prodotto dei campionati, ma hanno, appunto, sollecitato l’attenzione della Deputata Sbrollini, quindi del legislatore, verso alcune questioni aperte e ritenute centrali, quali la miglior distribuzione delle risorse dai diritti tv e la rivisitazione della legge sul professionismo, ritenute entrambe non adeguate a favorire il loro processo di crescita, non più rinviabile. MERCOLEDI’ 30 NOVEMBRE_ MARKETING SPORTIVO: SVILUPPO DEL DIGITAL E DEL BRAND La giornata seguente di mercoledì 30, si è aperta con un confronto sulla managerialità nello sport, People First è stato il titolo del panel che ha visto coinvolte diverse esperienze maturate a diverse latitudini, tra aziende e Rights Holder. PEOPLE FIRST. Governance delle società sportive, investimenti nelle nuove venue, svilluppo commerciale, implementazione digitale, tutto rimanda al tema della managerialita’ nello sport: Fabio Santoro, Dir. Mktg Lega Serie A, ha ricordato alcuni dati circa il livello di presenza dei ruoli corporate all’interno dei club di Serie A, sia comunque soddisfacente in termini di numero, circa 60, sebbene lontani comunque dagli inglesi come dai tedeschi, distanti ormai dalle nostre organizzazioni, il problema semmai è che spesso non c’è coerenza con il peso che viene assegnato al ruolo, certo non adeguato per poter incidere; lo stesso ha testimoniato Laurent Colette,Chief Mktg Officer AS Roma, con un recente passato in uno dei club più importanti nel calcio, come il Barcellona, ha aiutato a capire quali sfide sono chiamati ad affrontare i team delle divisioni mktg e comunicazione, ovvero lavorare per creare un brand globale, per cui i team professionali devono esser numerosi e di qualità, sostenuti da investimenti coerenti; ecco che il problema ha una sua origine nelle scelte delle proprietà, non sempre consapevoli della natura delle sfide e delle opportunità da cogliere, lo sottolineava Federico Fantini, Head Sport of Havas Group, forte dell’esperienza decennale con il Master dello Sport Business di Treviso; non a caso in Europa si è abituati a scegliere i migliori per ogni ruolo, che spesso si traduce in idonei riconoscimenti economici, lo ricordava Antonello Bisogno, General Manager Insights Italia, brand internazionale nella consulenza direzionale; naturalmente tutta quest’analisi assume una connotazione masggiormente deficitaria se dal calcio si passa al mondo del basket, rappresentato da Federico Zurleni, fresco nuovo DG Lega Basket A, ha preso atto di come ci sia molto da lavorare proprio nella direzione delle organizzazioni societarie e dell’introduzione in maniera sistematica dei ruoli professionali idonei. Per cui il tema è: come uscirne? Lavoro tutti i giorni, ricordava Laurent Colette, nell’ampliare la struttura del team; ma inevitabilmente occorrerà approfondire lo sviluppo della cultura manageriale, ecco che Barbara Ricci, titolare dell’agenzia di sport mktg SportWIde ha annunciato la nascita della prima associazione manageriale dello sport business italiano, ASSI MANAGER; pur avendo le nostre organizzazioni la possibilità di utilizzare un numero ormai importante di giovani leve formate dai numerosi master, come anche ha costatato da un loro collega, spesso controparte, come Alessandro Bolis del Credito Sportivo, lo sviluppo della cultura manageriale è una questione condizionata da chi detiene le chiavi della guida della nave, ovvero le proprietà, spesso preoccupate più del lato giocoso che di quello aziendale. Basta pensare che non sempre ci sono organizzazioni con il responsabile delle risorse umane e la definizione dei ruoli caratterizzati dalla descrizione della loro job descrition, come sottolineavano Federico Zurleni e Antonello Bisogno. La giornata di mercoledì 30 è stata dedicata proprio al mondo dei manager dello sport business e caratterizzata dagli speech delle aziende leader del digital, come Red Bull, Microsoft, YouTube e Twitter in collaborazione con le leghe calcio di A e B, oltre ai casi sulla gestione delle sponsorship, espresse da Pirelli Moto e da Kappa Sport, con la chicca finale della presenza di un personaggio dello sport marketing europeo, Mike Farnan che ha esposto la sua vision nello sport marketing maturata in numerose esperienze inglesi, in particolare con la Jordan in F1 e con lo sviluppo del brand Manchester United nel mondo. Il caso di Pirelli Moto ci è stato raccontato da Ilaria Casarini, che ha sottolineato la particolare Relationship con il mondo della SBK, di cui Pirelli è top sponsor oltre che partner tecnico come fornitore dei pneumatici, generatrice di varie iniziative di comarketing nei diversi circuiti (Pirelli è nei motori da 110 anni). Vari i ritorni, come la visibilità ovunque, dell’immagine pari a 25 volte l’investimento. Ma non solo, perché con Dorna sono numerose le attività che facilitano le opportunità di business nei vari paesi come con tutte le aziende che entrano nel circo del mondiale. Molto importante è il contenuto che ne deriva, utilizzabile nei confronti delle varie community di appassionati di moto, sperimentando numerose opportunità di attivazioni. La misura del valore: per i social le classiche (track day; fan base; web analitics..), “certo implementeremo dei web analitycs più sofisticati, ma soprattutto Pirelli può misurare le vendite che crescono in maniera diretta, essendo leader del mercato, con una market share alta. Il campionato SBK dà una grande opportunità di Engagment al punto di esser felici di rinnovare dopo 13 anni”. L’esperienza della KAPPA con lo sport, un fornitore di materiale tecnico, raccontata da Marco Righetti, responsabile marketing, si è passato negli anni dal comunicare un brand a parlare alle Community su cui si investe, comunicando classicamente il proprio prodotto ai consumatori, attraverso il team sponsorizzato. Con l’Influencer model, si è iniziato a comunicare attraverso i trend setter, circa un 10% di utenti, gli atleti e i commentatori, partendo da alcuni concetti veicolati da video emozionanti, quindi non più semplice sponsorizzazione, ma vera partnership. Come nel caso del prodotto auto Audi, non avendo uno storico forte, si è cercato di lavorare su una storia che coinvolgesse gli sportivi, per massimizzare la visibilità mediatica offerta da Audi, veicolando proprio gli sciatori per una campagna mediatica comune. Per promuovere il prodotto Kappa, torniamo anche al classico vestendo gli atleti. Quello che fa la differenza è la possibile valorizzazione dello sport, tutti possono beneficiare di far squadra, spingendo verso le connessioni con la fan base e con i possibili partner. FOCUS DIGITAL: LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING WEB 2.0 Red Bull raccontata da Marco Gobbi Pansana, Head Media of Owned Media and Comm. è in forte evoluzione da produttore di bevande a publisher, oltre ad esser diventato un caso mondiale della sponsorship identificandosi come right holder, producendo con la loro media house una serie infinita di contenuti multimediali, non pagandone la distribuzione ma addirittura vendendoli … nuovi modi di promuoversi e vendere lattine, producendo contenuti e non pagando spazi pubblicitari. Il dato è la moneta del terzo millennio, siamo nell’epoca dell’economia dell’esperienza, con la persona al centro il racconto di Ivan Mazzoleni di Business Digital Transformation Lead Microsoft che va verso l’economia delle purpose, ovvero degli obiettivi imprenditoriali, abilitare le persone ad esprimere il proprio potenziale, personalizzazione dei servizi per i singoli utenti. La sfida, ormai è acclarato, sarà sempre più fornire i dati profilati dei propri appassionati alle aziende partner. Secondo logiche di Gamification si raccolgono dati di profilazione, grazie all’offerta di contenuti interessanti per le community, qualsiasi esse siano, purché siano vicine a quel determinato brand sportivo, solitamente legato ad un territorio in maniera pressocchè esclusiva. Ma anche da un social di scambio opinioni come Twitter, ci è raccontato da Enrique Guittierrez, Head of Sport South Europe, per come viene utilizzato dagli utenti nel commentare in real time gli eventi a cui assistono, può diventare partner mediatico per inserire contenuti che portino l’attenzione sui partner dell’azienda, veicolando contenuti complementari all’evento sportivo fino a riportare lo stesso evento sportivo come sta già accadendo negli Stati Uniti con l’NFL … Nel caso di You Tube, come ci ha ricordato Chiara Santoro, Content partner Manager at Google, ci sono ormai dei tubber che hanno un livello di seguito e di Engagement molto importante da esser i nuovi media. Altro trend è che ormai le visualizzazioni sono legate al mobile, quindi diventa il mezzo principe per veicolare un numero elevato di contenuti relativi ai brand sportivi, ovviamente attraverso sofisticate e sempre innovative strategie di produzione dei contenuti video, che siano accattivanti oltre che comprensibili. In particolare gli Storytelling sono interessanti quelli fuori dal campo, oltre ovviamente ai video ufficiali come gli Highlights o le interviste.
“Lo sport è un’impresa?”
28 Aprile 2016, Monza Autodromo Giovedì 28 aprile l’Autodromo Nazionale di Monza è stato il teatro della prima giornata dello SPORT LEADERS FORUM, in cui il mondo manageriale impegnato nell’organizzazione del business sportivo si è incontrato. Presenti i vertici di cinque leghe degli sport di squadra, è poi intervenuta anche l’on. Daniela Sbrollini, resp PD Sport e Welfare impegnata su vari fronti legislativi per lo sport, tra cui la revisione della legge sui diritti tv. “LO SPORT È UN’IMPRESA?” era il titolo della giornata di approfondimento e confronto condotta da Massimo CALLEGARI, giornalista di MEDIASET PREMIUM, che il mondo del management dello sport italiano ha dedicato a questo argomento e alle tematiche che ne scaturiscono: le sponsorizzazioni, la managerialità, la governance di Leghe e Società Sportive, l’impiantistica sportiva, i media. Questo di Monza è stato il primo di una serie di appuntamenti che vedranno protagonisti le aziende e i professionisti dello sport riuniti nello Sport Leaders Club, il network di dialogo tra aziende e sport promosso dalla testata di settore SponsorNet.it, che avranno l’epilogo dell’anno nell’evento di fine novembre presso la TOWER HALL di UNICREDIT a Milano. Se lo sport è un industria deve diversificare i propri ricavi, ecco che durante la mattinata si sono avvicendati alcuni panel avente come focus l’analisi di alcune voci di incasso, partendo dalla lettura dell’interessante scenario internazionale, proprio sull’evoluzione delle differenti attività di ricavo nei vari sport, che ci ha proposto Tommaso MATTEI della società di ricerche specializzata REPUCOM. Di seguito ricordiamo i temi ed i protagonisti dei vari momenti della giornata monzese del 28 aprile. 1. La leva della sponsorship negli investimenti del mktg mix è stata analizzata nel panel coordinato da Federico FANTINI, dir del Master SBS, con il titolo “LE ASPETTATIVE DELLO SPONSOR”, dove si sono toccati i confini presenti nel dialogo tra sport e aziende, coinvolgendo nel confronto Luciano CIABATTI, dir. Mktg CITROEN, forte ci un esperienza nelle sponsorship maturata in precedenti aziende e da quest’anno impegnato ad affiancare la LNP come title; Gianluca PAVANELLO, ad MACRON, che ha portato la visione di chi ha condotto il brand bolognese ad esser tra i leader in Europa nel team wear; Davide POZZI, resp. Comunazione Corporate EDISON, che ha interagito nel panel forte dei vari anni in cui il più antico marchio elettrico era sulle maglie delle nazionali di volley, basket e rugby; Stefano CORONA, manager dell’area Sport&Entertainment del centro media OMD, che ha provocato il gruppo con una riflessiione legata al punto di vista di chi è abituato a far i conti con la misurazione degli investimenti in comunicazione e con la valutazione della validità dei format dell’entertainment verso il grande pubblico. 2. Considerato che dal mondo degli appassionati le aziende dovrebbero recuperare engagement verso i propri brand mentre le società sportive dovrebbero valorizzarne i contatti, durante il momento successivo di PASSIONE = MONETIZZAZIONE c’è stata l’occasione di ascoltare alcuni esempi di engagement innovativo, attraverso la digital experience, con Massimo CORTINOVIS, parter dell’agenzia di comunicazione STYLUM, Davide MARAZITA, partner dell’agenzia ROKIVO ed Emanuela ZACCONE, co-founder della social start up italo-statunitense TOKTV. 3. Da qualche anno il tema dell’engagement è legato alla profilazione delle varie community degli appassionati, per cui è stato interessante ascoltare ne “L’INTERAZIONE CON LA FAN BASE” nell’ottica multicanale , il doppio punto di vista di chi ha maturato nella consulenza differenti esperienze, ovvero con le aziende, nel caso di Dino AMBROSO, Head digital OMNICOM Media Group, e con i rights holder, nel caso di Paolo ANDRIGO, senior manager ACCENTURE, coordinati da Antonello BISOGNO, manager director di INSIGHTS Italia. 4. Nel secondo tempo, che ha preso avvio nel pomeriggio post lunch, collante tra le due parti della giornata è stato l’intervento di Leonardo GIANMARIOLI dir. partnership internazionali di LAGARDERE SPORT, sedi in varie città d’Europa, con un’analisi su “L’ORGANIZZAZIONE DEI CLUB IN GERMANIA”, che ha indagato sulla gestione delle risorse manageriali, delle aree marketing fino ai modelli proprietari. 5. Se lo sport è industria deve realizzare continui investimenti per rinnovarsi e crescere, per cui è naturale pensare che non sia più irrinunciabile avere, in materia della fabbrica di produzione ovvero di STADIA & ARENA, la ricerca di un “MODELLO ITALIANO SOSTENIBILE”. Il confronto introdotto da due partner del nuovo soggetto consortile nato in Italia, SPORTIUM, Fabio BANDIRALI e David MANICA presente con un video dagli USA, è stato condotto dallo stesso BANDIRALI ed ha avuto per protagonisti chi ha maturato in Italia esperienze già positive sul tema, nel superare infinite difficoltà burocratiche ed economiche. A partire dalla testimonianza di Alessandra MARZARI, la pres. del consorzio VERO VOLLEY MONZA che da qualche anno ha preso in gestione il palazzetto locale, apportandovi risorse economiche ed organizzazione, rendendolo un contenitore di tante iniziative di soggetti terzi; simile approccio raccontato da Andrea SABATINO, dir. mktg dell’AUTODROMO di MONZA, che ci ha testimoniato il cambio di missione del mitico impianto della velocità, in un luogo di eventi di varia natura e di diversi sport outdoor; Paolo BEDIN, dg LEGA B ha ricordato le coordinate del prossimo stadio di possibile realizzazione in Italia, quale quello del Cagliari, promosso dall’iniziativa della Lega, BFUTURA. Infine, in questo panel, non sono mancate le voci di chi propone opportunità di sviluppo dei ricavi come Andrea BARBARO, head Property CB.RE, leader in Europa per la realizzazione di centri commerciali; ma anche di chi, come Alessandro BOLIS, dir. mktg CREDITO SPORTIVO, l’unica banca pubblica che proprio la missione di finanziare lo sport, ha ricordato appunto come l’istituto romano ha vari prodotti finanziari per esser al fianco delle società sportive sia per le ristrutturazioni che per i nuovi impianti. Ha chiuso Marco NAZZARI, ad della società di ricerche REPUCOM, forte di una visione di dati globali, che ha sottolineato come le opportunità visibili all’estero non sono impossibili per il nostro Paese. 6. Se occorre investire in nuovi impianti, ancor di più bisogna farlo con le risorse umane quindi manageriali, ecco che in “QUALE RUOLO PER IL MANAGEMENT”, coordinati da Antonello BISOGNO, dg INSIGHTS ITALIA, Enrico MAMBELLI, pres Lega FOOTBALL Americano, Gianluca PAVANELLO, ad MACRON, Federico ZURLENI, dir. Mktg SCUDERIA FERRARI, Claudio COLDEBELLA, dg LEGA Naz. PALLACANESTRO, hanno discusso delle discrasie tra il modello di organizzazione delle società sportive e quello delle aziendale, a cui lo sport inevitabilmente deve tendere. 7. RIUSCIREMO A FAR L’IMPRESA?. Le conclusioni dell’intensa giornata sono state affidate ai vertici di molte LEGHE SPORTIVE presenti, per la prima volta riunite 5 su 7 degli sport di squadra non SERIE A. Ad Enrico MAMBELLI, pres Lega FOOTBALL Americano, Massimo RIGHI, ad Lega VOLLEY , Paolo BEDIN, dg LEGA B, Claudio COLDEBELLA, dg LEGA Naz. PALLACANESTRO, Paolo DE ANGELIS, pres. Lega PALLACANESTRO FEMMINILE, è stata sottoposta un’ulteriore riflessione sul MERCATO DEI DIRITTI TV, che prendeva spunto da una chart proposta da Federico FANTINI, direttore del MASTER SBS, sul totale dislivello che c’è tra i vari sport di squadra, valutando il rapporto tra gli investimenti in acquisizione diritti ed alcuni indicatori come le presenze allo stadio o nei palazzetti, o gli stessi spettatori davanti lo schermo. 8. A tal proposito, proprio in tema di DIRITTI TV, significativo è stato l’intervento in diretta telefonica dell’onorevole Daniela SBROLLINI, responsabile del Partito Democratico allo Sport e al Welfare che ha dichiarato: “Insieme alla collega Bonaccorsi sto lavorando al disegno di legge di revisione della legge Melandri; nei prossimi giorni presenteremo una proposta che verrà discussa con tutti i player dello scenario sportivo, tra i quali le diverse Leghe, oggi presenti al Forum. Il mio intento è quello di favorire, tra le altre cose, gli investimenti degli imprenditori nello sport. Stiamo cercando di adottare provvedimenti fiscali che tendano a sostenere chi vuole investire nello sport, ovviamente nel rispetto della trasparenza fiscale.” Infine, prima dell’immancabile selfie finale, sul mitico podio dell’Autodromo, il promotore dell’iniziativa, Mimmo MAZZELLA, ha proposto alle Leghe presenti, forti dei numeri delle loro community, di lavorare insieme a dar alcune risposte al mercato come la misurazione del valore annuale delle sponsorizzazioni, la certificazione dei format, l’approccio condiviso alla valorizzazione dei diritti tv come alla realizzazione dei nuovi impianti sportvi. Prossimo importante appuntamento, oltre alle giornate seminar di fine giugno e fine settembre dello SPORT LEADERS CLUB, sarà il FORUM di fine novembre