Quali sono gli obiettivi della Lega Pro e come deve cambiare per attrarre maggiori investimenti da parte gli sponsor e creare un legame più stretto con i tifosi? F.Ghirelli: “Vogliamo innovare la Lega Pro, renderla sempre più legata al territorio e ai giovani. Deve essere chiaro che la Lega Pro deve avere le proprie radici legate al territorio e deve essere un ambiente adatto alla formazione, non solo di giovani calciatori, ma anche di giovani arbitri e allenatori. Si deve portare interesse intorno alle partite e a tale scopo stiamo trasmettendo gli incontri in streaming per portare il prodotto più vicino ai giovani, per farli appassionare ed avere una maggiore fidelizzazione di quel giovane segmento di pubblico, facendogli conoscere meglio la propria squadra ed il legame con il territorio che rappresenta. La crescita dei giovani però, non deve essere soltanto di tipo tecnico, ma deve essere anche una maturazione della personalità e della responsabilità: vogliamo, infatti, trasmettere valori di responsabilità sociale e solidarietà grazie a diverse iniziative di beneficenza, come ad esempio la partnership con Unicef”.
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Intervista: Francesco Ghirelli, Dir Generale Lega PRO
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Intervista: Massimo Righi, Amm Delegato Lega Volley Maschile
Da anni la pallavolo si muove verso innovazioni di tipo tecnologico e punta al rinnovamento del proprio format: Qual è il punto della situazione e quali sono queste novità? M.Righi: “La pallavolo italiana ha un’alta propensione all’innovazione tecnologica e segue con attenzione l’evoluzione dei media. Abbiamo infatti creato una Web Tv grazie alla quale i fan possono seguire tutte le partite. Anche dal punto di vista tecnico abbiamo puntato sull’innovazione tecnologica installando i video-check: telecamere ad alta definizione che permettono di stabilire con esattezza se le palle toccano terra dentro o fuori dal campo (come la Goal-line technology nel calcio). Abbiamo quindi un occhio molto attento a quello che vuole il pubblico cercando di anticipare tutte le esigenze e le necessità dei fan muovendoci in questa direzione”. Quali sono le linee guida che state seguendo per andare incontro a queste esigenze del pubblico della pallavolo? M.Righi: “Abbiamo compiuto una grande innovazione con la creazione delle Franchigie che danno il diritto ad ogni club di partecipare alla Superlega Unipol Serie A, senza avere l’assillo della retrocessione, rispettando determinati parametri propedeutici per l’iscrizione al campionato, tra cui la media spettatori (2500 a partita) e l’adempimento degli accordi economici con i propri tesserati. Un club che rispetti tali criteri, avrà sempre il diritto di partecipare alla Super Lega anche se è ultimo in classifica”.
Intervista: Marco Canigiani, Dir. Marketing S.S. Lazio
In questo momento quali sono gli strumenti di marketing più efficaci per accrescere le revenue in ambito sportivo? M.Canigiani: “I diritti televisivi la fanno ancora da padroni nei fatturati delle società. Quello attuale, però, è un modello che va cambiato e sta cambiando ed è orientato ad investimenti innanzitutto nel rinnovamento degli stadi e delle infrastrutture sportive. Altro cambiamento è quello che riguarda l’ambito social, nel quale ormai tutti i club stanno investendo proporzionalmente alla crescita esponenziale dei social network nella nostra società. In Italia, a differenza degli altri campionati maggiori (Spagna, Inghilterra e Germania), i ricavi dei diritti TV sono nettamente maggiori rispetto agli introiti provenienti dal Ticketing e dal Merchandising. In che modo la S.S. Lazio sta lavorando per cercare di aumentare i ricavi in questi due ambiti? M.Canigiani: “Purtroppo la crescita in questi due settori è condizionata da fattori esterni, ad esempio, il fatto di non avere uno stadio proprietà non permette lo sviluppo di strategie che consentano la crescita di ricavi dal Ticketing. Per quanto riguarda, invece, il Merchandising, c’è una crescita dovuta anche alla creazione capillare di Store ufficiali controllati direttamente dalla società. Anche in questo settore, però, siamo condizionati negativamente da fattori esterni come la vendita di prodotti contraffatti e non regolarizzati appena al di fuori dell’area dello Stadio Olimpico: veri e propri stand abusivi posizionati nelle strade esterne che percorrono i tifosi per arrivare al loro settore che agiscono come se tutto ciò fosse legale, causando un danno sia commerciale sia al Brand, che in questo modo si depauperizza”. Manca quindi l’attenzione delle Istituzioni preposte a questo tipo di problematiche o qualcosa si sta muovendo, come ad esempio la possibile approvazione in Parlamento della revisione della Legge Melandri sui diritti TV? M.Canigiani: “Si tende politicamente ad occuparsi maggiormente di tematiche che fanno clamore, come ad esempio questa modifica della Legge sui diritti TV, dato che intorno a questi ultimi girano tantissimi soldi e di conseguenza l’attenzione su di essi è maggiore.
Intervista: Fabio Bandirali, Partner Sportium
Per la sua grande esperienza nel ramo immobiliare, serve svecchiare l’impiantistica sportiva italiana? quanto è difficile farlo? F.Bandirali: “Sì, è fondamentale svecchiare l’impiantistica sportiva italiana e non è così complicato farlo. Veniamo purtroppo da un’esperienza in cui l’impiantistica sportiva è in obsolescenza, ma forti dell’esperienza condotta in altri Paesi, abbiamo visto che si può e si deve rinnovare gli impianti sportivi in Italia, dando anche un contributo allo sviluppo di un nuovo asset immobiliare: bisogna concepire l’impianto sportivo come un immobile, lo stadio ad esempio è un immobile in cui i clienti principali si siedono sul tetto, ma al suo interno ci sono volumi che possono generare reddito che può contribuire allo sviluppo dell’economia del Paese”. Quali sono i passi fondamentali da fare per accelerare questo svecchiamento? F.Bandirali: “Abbiamo un vantaggio rispetto al passato: La legge 147 che disciplina all’articolo 1, comma 303 e 305[1], la realizzazione degli impianti sportivi e ciò permette di procedere in maniera più veloce sulla realizzazione di questi ultimi. C’è dunque bisogno di competenze, ovvero da un lato, partner che possano fare da consulenza alle società sportive per guidarle verso lo sviluppo di un nuovo concept dell’impianto sportivo, dall’altro, operatori del ramo immobiliare dato che abbiamo detto che gli impianti vanno visti come veri e propri immobili. Altro aspetto importante è la formazione: questo nuovo asset, infatti, necessita di figure manageriali che possono essere attualmente già pronte grazie ai Master, già in atto da diversi anni, incentrati su questa disciplina. C’è ottimismo sul futuro: partiamo da poco ma arriveremo a tanto”. [1] Legge 27 dicembre 2013, n.147: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilita' 2014)
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Per la sua grande esperienza nel ramo immobiliare, serve svecchiare l’impiantistica sportiva italiana? quanto è difficile farlo? F.Bandirali: “Sì, è fondamentale svecchiare l’impiantistica sportiva italiana e non è così complicato farlo. Veniamo purtroppo da un’esperienza in cui l’impiantistica sportiva è in obsolescenza, ma forti dell’esperienza condotta in altri Paesi, abbiamo visto che si può e si deve rinnovare gli impianti sportivi in Italia, dando anche un contributo allo sviluppo di un nuovo asset immobiliare: bisogna concepire l’impianto sportivo come un immobile, lo stadio ad esempio è un immobile in cui i clienti principali si siedono sul tetto, ma al suo interno ci sono volumi che possono generare reddito che può contribuire allo sviluppo dell’economia del Paese”. Quali sono i passi fondamentali da fare per accelerare questo svecchiamento? F.Bandirali: “Abbiamo un vantaggio rispetto al passato: La legge 147 che disciplina all’articolo 1, comma 303 e 305[1], la realizzazione degli impianti sportivi e ciò permette di procedere in maniera più veloce sulla realizzazione di questi ultimi. C’è dunque bisogno di competenze, ovvero da un lato, partner che possano fare da consulenza alle società sportive per guidarle verso lo sviluppo di un nuovo concept dell’impianto sportivo, dall’altro, operatori del ramo immobiliare dato che abbiamo detto che gli impianti vanno visti come veri e propri immobili. Altro aspetto importante è la formazione: questo nuovo asset, infatti, necessita di figure manageriali che possono essere attualmente già pronte grazie ai Master, già in atto da diversi anni, incentrati su questa disciplina. C’è ottimismo sul futuro: partiamo da poco ma arriveremo a tanto”. [1] Legge 27 dicembre 2013, n.147: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilita' 2014)