Quali sono gli obiettivi della Lega Pro e come deve cambiare per attrarre maggiori investimenti da parte gli sponsor e creare un legame più stretto con i tifosi? F.Ghirelli: “Vogliamo innovare la Lega Pro, renderla sempre più legata al territorio e ai giovani. Deve essere chiaro che la Lega Pro deve avere le proprie radici legate al territorio e deve essere un ambiente adatto alla formazione, non solo di giovani calciatori, ma anche di giovani arbitri e allenatori. Si deve portare interesse intorno alle partite e a tale scopo stiamo trasmettendo gli incontri in streaming per portare il prodotto più vicino ai giovani, per farli appassionare ed avere una maggiore fidelizzazione di quel giovane segmento di pubblico, facendogli conoscere meglio la propria squadra ed il legame con il territorio che rappresenta. La crescita dei giovani però, non deve essere soltanto di tipo tecnico, ma deve essere anche una maturazione della personalità e della responsabilità: vogliamo, infatti, trasmettere valori di responsabilità sociale e solidarietà grazie a diverse iniziative di beneficenza, come ad esempio la partnership con Unicef”.
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Intervista: Francesco Ghirelli, Dir Generale Lega PRO
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Intervista: On. Daniela Sbrollini
Lei è la prima firmataria di due disegni di legge in tema di “Educazione, cultura e professioni nello sport” e “Attività sportive dilettantistiche”. Può riassumerci qual è il nocciolo delle due proposte e come possono incidere sull’universo sportivo italiano? D.Sbrollini: “Sono riforme vere e proprie che toccano tutti gli ambienti che intersecano il mondo dello sport come la cultura, l’educazione, il sociale, la sanità, il turismo e l’economia. In particolar modo l’economia, lo sport infatti è un grande volano per l’economia creando anche nuovi posti di lavoro e nuove professioni: in questi disegni di legge, ad esempio, viene riconosciuta la figura del manager sportivo. C’è bisogno di managerialità nel mondo dello sport, che costituisce l’1,6% del PIL italiano e arriva a 54 miliardi di Euro di valore complessivo se si considerano gli indotti diretti e indiretti, diventando dunque un tassello fondamentale per la crescita economica del Paese. Accanto al prezioso lavoro svolto da volontari, vi è dunque la necessità di affiancare figure professionali che possano gestire le associazioni, gli enti e le Onlus che si occupano di sport. Per quanto riguarda il tema dell’educazione, vogliamo riconoscere lo Sport come materia scolastica per creare una nuova cultura che possa interrompere il nefasto trend della sedentarietà (il 40% della popolazione italiana conduce una vita sedentaria), prevenendo in questo modo importanti rischi per la salute”. Il calcio è sicuramente lo sport principale in Italia e la fonte primaria di ricavo del calcio italiano è costituita dalla compravendita dei diritti audiovisivi delle partite. C’è attualmente una proposta di legge per ridisegnare la Legge Melandri: quali sono i punti fondamentali di tale proposta? Inoltre, c’è il rischio che lo slittamento dell’approvazione finale della proposta possa causare la non applicabilità di quest’ultima già dalla prossima asta della Lega per i diritti audiovisivi per il triennio 2018 - 2021? D.Sbrollini: “La Proposta di Legge è stata depositata ed ora sta al Governo proporre modifiche e migliorie. Il cuore della Riforma è quello di aggiornare la Legge Melandri, mantenendo i buoni principi sulla quale questa è fondata ma che, a causa del cambiamento negli anni degli attori, del contesto e di alcune figure professionali non chiarissime (come il ruolo dell’Advisor, che recentemente ha reso necessario l’intervento della Commissione Antitrust), non ha portato quelle aperture di mercato e di comunicazione auspicate. Anche dal punto di vista delle infrastrutture sportive c’è molto lavoro da fare: a questo proposito abbiamo stretto accordi con il Credito Sportivo per creare nuovi bandi per la costruzione e la ristrutturazione di nuovi impianti sportivi, mettendo a disposizione, nell’ultimo bando, 160 mln €”. Ritornando alla questione dei diritti TV, quali sono i punti fondamentali che vorrebbe non vengano modificati nell’iter di approvazione della proposta di legge che avete depositato? D.Sbrollini: “Vorrei che ci fosse un’attenzione vera e delle vere risorse da mettere a disposizione per gli investimenti nei vivai (a tale proposito spero che si apra uno spiraglio anche nella prossima discussione sulla Legge di Stabilità) e stabilire chiaramente come investire. Un parere ed un confronto con le società calcistiche è fondamentale per questo scopo e infatti voglio organizzare dei seminari insieme alla mia collega Bonaccorsi che coinvolgano tutti i protagonisti dello sport italiano. Vorrei anche abolire dalla Legge Melandri quelle norme che, a più di 10 anni di distanza, sono diventate ormai obsolete, come quella che riguarda la Fondazione[1] che in realtà non è mai stata applicata nella prassi”. [1] Art. 23, Dlgs 9/08 n°9: “Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre”
Intervista: Fabio Bandirali, Partner Sportium
Per la sua grande esperienza nel ramo immobiliare, serve svecchiare l’impiantistica sportiva italiana? quanto è difficile farlo? F.Bandirali: “Sì, è fondamentale svecchiare l’impiantistica sportiva italiana e non è così complicato farlo. Veniamo purtroppo da un’esperienza in cui l’impiantistica sportiva è in obsolescenza, ma forti dell’esperienza condotta in altri Paesi, abbiamo visto che si può e si deve rinnovare gli impianti sportivi in Italia, dando anche un contributo allo sviluppo di un nuovo asset immobiliare: bisogna concepire l’impianto sportivo come un immobile, lo stadio ad esempio è un immobile in cui i clienti principali si siedono sul tetto, ma al suo interno ci sono volumi che possono generare reddito che può contribuire allo sviluppo dell’economia del Paese”. Quali sono i passi fondamentali da fare per accelerare questo svecchiamento? F.Bandirali: “Abbiamo un vantaggio rispetto al passato: La legge 147 che disciplina all’articolo 1, comma 303 e 305[1], la realizzazione degli impianti sportivi e ciò permette di procedere in maniera più veloce sulla realizzazione di questi ultimi. C’è dunque bisogno di competenze, ovvero da un lato, partner che possano fare da consulenza alle società sportive per guidarle verso lo sviluppo di un nuovo concept dell’impianto sportivo, dall’altro, operatori del ramo immobiliare dato che abbiamo detto che gli impianti vanno visti come veri e propri immobili. Altro aspetto importante è la formazione: questo nuovo asset, infatti, necessita di figure manageriali che possono essere attualmente già pronte grazie ai Master, già in atto da diversi anni, incentrati su questa disciplina. C’è ottimismo sul futuro: partiamo da poco ma arriveremo a tanto”. [1] Legge 27 dicembre 2013, n.147: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilita' 2014)
Intervista: Marco Canigiani, Dir. Marketing S.S. Lazio
In questo momento quali sono gli strumenti di marketing più efficaci per accrescere le revenue in ambito sportivo? M.Canigiani: “I diritti televisivi la fanno ancora da padroni nei fatturati delle società. Quello attuale, però, è un modello che va cambiato e sta cambiando ed è orientato ad investimenti innanzitutto nel rinnovamento degli stadi e delle infrastrutture sportive. Altro cambiamento è quello che riguarda l’ambito social, nel quale ormai tutti i club stanno investendo proporzionalmente alla crescita esponenziale dei social network nella nostra società. In Italia, a differenza degli altri campionati maggiori (Spagna, Inghilterra e Germania), i ricavi dei diritti TV sono nettamente maggiori rispetto agli introiti provenienti dal Ticketing e dal Merchandising. In che modo la S.S. Lazio sta lavorando per cercare di aumentare i ricavi in questi due ambiti? M.Canigiani: “Purtroppo la crescita in questi due settori è condizionata da fattori esterni, ad esempio, il fatto di non avere uno stadio proprietà non permette lo sviluppo di strategie che consentano la crescita di ricavi dal Ticketing. Per quanto riguarda, invece, il Merchandising, c’è una crescita dovuta anche alla creazione capillare di Store ufficiali controllati direttamente dalla società. Anche in questo settore, però, siamo condizionati negativamente da fattori esterni come la vendita di prodotti contraffatti e non regolarizzati appena al di fuori dell’area dello Stadio Olimpico: veri e propri stand abusivi posizionati nelle strade esterne che percorrono i tifosi per arrivare al loro settore che agiscono come se tutto ciò fosse legale, causando un danno sia commerciale sia al Brand, che in questo modo si depauperizza”. Manca quindi l’attenzione delle Istituzioni preposte a questo tipo di problematiche o qualcosa si sta muovendo, come ad esempio la possibile approvazione in Parlamento della revisione della Legge Melandri sui diritti TV? M.Canigiani: “Si tende politicamente ad occuparsi maggiormente di tematiche che fanno clamore, come ad esempio questa modifica della Legge sui diritti TV, dato che intorno a questi ultimi girano tantissimi soldi e di conseguenza l’attenzione su di essi è maggiore.
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Intervista: On. Daniela Sbrollini
Lei è la prima firmataria di due disegni di legge in tema di “Educazione, cultura e professioni nello sport” e “Attività sportive dilettantistiche”. Può riassumerci qual è il nocciolo delle due proposte e come possono incidere sull’universo sportivo italiano? D.Sbrollini: “Sono riforme vere e proprie che toccano tutti gli ambienti che intersecano il mondo dello sport come la cultura, l’educazione, il sociale, la sanità, il turismo e l’economia. In particolar modo l’economia, lo sport infatti è un grande volano per l’economia creando anche nuovi posti di lavoro e nuove professioni: in questi disegni di legge, ad esempio, viene riconosciuta la figura del manager sportivo. C’è bisogno di managerialità nel mondo dello sport, che costituisce l’1,6% del PIL italiano e arriva a 54 miliardi di Euro di valore complessivo se si considerano gli indotti diretti e indiretti, diventando dunque un tassello fondamentale per la crescita economica del Paese. Accanto al prezioso lavoro svolto da volontari, vi è dunque la necessità di affiancare figure professionali che possano gestire le associazioni, gli enti e le Onlus che si occupano di sport. Per quanto riguarda il tema dell’educazione, vogliamo riconoscere lo Sport come materia scolastica per creare una nuova cultura che possa interrompere il nefasto trend della sedentarietà (il 40% della popolazione italiana conduce una vita sedentaria), prevenendo in questo modo importanti rischi per la salute”. Il calcio è sicuramente lo sport principale in Italia e la fonte primaria di ricavo del calcio italiano è costituita dalla compravendita dei diritti audiovisivi delle partite. C’è attualmente una proposta di legge per ridisegnare la Legge Melandri: quali sono i punti fondamentali di tale proposta? Inoltre, c’è il rischio che lo slittamento dell’approvazione finale della proposta possa causare la non applicabilità di quest’ultima già dalla prossima asta della Lega per i diritti audiovisivi per il triennio 2018 - 2021? D.Sbrollini: “La Proposta di Legge è stata depositata ed ora sta al Governo proporre modifiche e migliorie. Il cuore della Riforma è quello di aggiornare la Legge Melandri, mantenendo i buoni principi sulla quale questa è fondata ma che, a causa del cambiamento negli anni degli attori, del contesto e di alcune figure professionali non chiarissime (come il ruolo dell’Advisor, che recentemente ha reso necessario l’intervento della Commissione Antitrust), non ha portato quelle aperture di mercato e di comunicazione auspicate. Anche dal punto di vista delle infrastrutture sportive c’è molto lavoro da fare: a questo proposito abbiamo stretto accordi con il Credito Sportivo per creare nuovi bandi per la costruzione e la ristrutturazione di nuovi impianti sportivi, mettendo a disposizione, nell’ultimo bando, 160 mln €”. Ritornando alla questione dei diritti TV, quali sono i punti fondamentali che vorrebbe non vengano modificati nell’iter di approvazione della proposta di legge che avete depositato? D.Sbrollini: “Vorrei che ci fosse un’attenzione vera e delle vere risorse da mettere a disposizione per gli investimenti nei vivai (a tale proposito spero che si apra uno spiraglio anche nella prossima discussione sulla Legge di Stabilità) e stabilire chiaramente come investire. Un parere ed un confronto con le società calcistiche è fondamentale per questo scopo e infatti voglio organizzare dei seminari insieme alla mia collega Bonaccorsi che coinvolgano tutti i protagonisti dello sport italiano. Vorrei anche abolire dalla Legge Melandri quelle norme che, a più di 10 anni di distanza, sono diventate ormai obsolete, come quella che riguarda la Fondazione[1] che in realtà non è mai stata applicata nella prassi”. [1] Art. 23, Dlgs 9/08 n°9: “Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre”
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